Avellino, Fiordellisi (CGIL): “Occorre un piano per il lavoro per restituire speranza ai giovani irpini”

 «In questo particolare momento storico, con tassi di disoccupazione tra i più elevati d’Italia, è indispensabile realizzare un piano del lavoro per restituire speranza ai giovani della nostra provincia, sfruttando al meglio le possibilità che i fondi europei mettono a disposizione». Così il segretario generale della Cgil di Avellino Franco Fiordellisi.

«La spesa rispetto ai fondi comunitari – spiega il segretario della Camera del lavoro – nel mezzogiorno è ferma al 9 per cento ed in Campania andiamo peggio con il 4,19 per cento spesi e il 42 per cento risulta allocato rispetto ad una media del 55 per cento: ciò desta molta preoccupazione. In particolare è drammatico che le spese certificate, sono solo lo 0,2 per cento del totale: questo la dice lunga sullo stato di avanzamento delle azioni che le istituzioni del Mezzogiorno a fare.  Questi fattori, negativi hanno fatto attivare anche l’Autorità di Gestione con un monitoraggio delle previsioni di spesa. La dimostrazione delle difficoltà riscontrate nell’attuare un livello congruo di progettazione da parte delle autorità locali deve essere sollecitato a livello territoriale, soprattutto in vista della scadenza del 31 dicembre di quest’anno quando, secondo la regola cosiddetta n + 3, questo programma rischia il disimpegno automatico di una quota rilevante di risorse non certificate entro la fine dell’anno». 

«La regola prevede, infatti, che le certificazioni di spesa di ciascun programma debbano essere presentate alla Commissione europea entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello dell’impegno di spesa stabilito».

«Abbiamo riscontrato che i ritardi sono rappresentati in relazione all’attuazione degli obiettivi sul tema dell’inclusione sociale e delle infrastrutture. Questo approccio, al Sud ha portato ad una dilatazione dei tempi per l’avvio delle operazioni locali, insieme ad alcuni altri elementi, come le criticità sugli appalti e alcune incertezze normative; il rafforzamento in termini finanziari e l’ampliamento della popolazione di riferimento dello strumento del Reddito di Inclusione, che in Campania è uno strumento fondamentale visti i livelli di povertà».

«A livello nazionale come Cgil unitamente alle altre sigle sindacali, siamo impegnati per migliorare l’avanzamento della spesa e progetti avviati del Programma operativo nazionale (Pon) “Governance e capacità istituzionale”. In totale, sono 88 i progetti avviati. Uno di questi, chiamato “Officine coesione”, si pone l’obiettivo di favorire nel Mezzogiorno il dialogo fra le pubbliche amministrazioni, le parti economiche e sociali e le Ong in un’ottica di co progettazione degli interventi finanziati con fondi europei. Il programma finanzia anche due progetti in materia di pari opportunità e lotta alle discriminazioni, di cui uno, chiamato “Lavoro agile per il futuro della pubblica amministrazione”, intende promuovere orari che favoriscano la conciliazione fra vita professionale e vita personale».

Dunque, l’ennesimo appello a tutte le istituzioni: «Attivatevi alacremente per lanciare progetti cantierabili nel solco della tutela ambientale, del servizio Idrico integrato, dissesto idrogeologico, rigenerazione urbana, infrastrutture viarie, reti Tlc e ICT, energie alternative chi ci diano occupazione e sviluppo sostenibile.>>

In sostanza ribadisce il segretario Fiordellisi << Bisogna utilizzare al meglio le opportunità di insediamento di attività produttive attraverso le ZES, implementando la programmazione del Pon infrastrutture con l’intreccio della “strategia per le infrastrutture di trasporto e logistica. E’ quindi fondamentale un confronto franco tra i neo eletti irpini del M5S e le altre istituzioni e associazioni per fugare dubbi espressi, per esempio sulla Napoli Bari e l’ubicazione della stazione Hirpinia che è nel cuore della ZES>>

«La Cgil Avellino in questo senso è impegnata nel solco del Piano del Lavoro per dare futuro a giovani e meno giovani delle nostre terre: forzeremo ulteriormente sugli altri attori sociali, pubblici e privati per attivare buone pratiche e utilizzare adeguatamente i fondi Ue e per non perderli».

 

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