Accadde oggi: “Il terremoto della Calabria meridionale”

 

E’ stato relegato in un angolo nascosto della storia. Oscurato da altre calamità più devastanti. Ma il terremoto del 5 febbraio 1738 fu comunque  un disastro di proporzioni bibliche o quasi. Sicuramente fu la più grande catastrofe del XVIII secolo. Anche perchè l’intensità del sisma raggiunse l’XI grado della scala Mercalli. Ma quella non l’unica scossa. In quasi due mesi se ne registrarono 946, alcune di violenza pari alla prima, che interessarono la Calabria meridionale e la provincia di Messina.

DISTRUZIONE- Secondo le stime del tempo, il terremoto causò circa 50000 morti. Incalcolabili invece i danni al patrimonio edilizio. Anche perchè la rapida successione degli eventi sismici, impedì agli abitanti di provvedere alla riparazione dei danni.  Allo stesso tempo gli edifici che rimasero in piedi ad una prima scossa, spesso crollarono con la seconda. Il disastro sconvolse  i tracciati ed i sistemi di viabilità,oltre alla struttura idraulica, tanto che in molte località si inaridirono antiche fonti, ne sorsero di nuove, alcuni fiumi abbandonarono l’antico letto, si produssero crepacci e talvolta succedeva che l’acqua saltasse fuori  da certe conche circolari, che si formavano su lterreno. 

PROVVEDIMENTI- Per intervenire celermente, il governo nominò il conte Francesco Pignatelli, Vicario Generale delle Calabrie, assegnandogli 100000 ducati per provvedere alle necessità immediate della popolazione. Fu istituita anche la Cassa Sacra, un  un organo governativo con sede a Catanzaro. Il suo scopo era di gestire i beni ecclesiastici espropriati per  investirli nella ricostruzione. Ma il provvedimento si ritorse contro l’amministrazione, perchè fini per incrementare le proprietà fondiarie dei nobili che si accaparrarono le terre ecclesiastiche all’incanto. Nonostante questo insuccesso, il governo istituì anche il primo regolamento antisismico  con l’ introduzione di un sistema costruttivo di notevole efficacia.

GLI INTELLETTUALI  Oggi quel terremoto è stato oscurato dal più   devastante sisma che investì la stessa area nel 1908. All’epoca, però, moltissimi studiosi e letterati stranieri si interessarono all’evento. E il dramma trovò anche posto tra le pagine  del “Viaggio in Italia” di Johann Wolfgang Goethe che descrisse, al ritorno da Messina,  “l’ orripilante visione di una città distrutta.

Mariano Messinese

Twitter:@MarianoWeltgeis

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