Accadde oggi: nasce Michael Jordan

Non tutti avevano compreso quanto fosse  forte l’alieno. Quell’ Et della palla a spicchi era Michael Jordan, il miglior giocatore di basket di tutti i tempi per acclamazione. Ma da adolescente fu escluso dalla squadra del liceo. Il motivo? Gli fu preferito un certo Leroy Smith. Da quel giorno per 15 anni di Nba,  negli alberghi degli Stati Uniti, dove non si è tenuti a dire il proprio nome,  Jordan si è sempre registrato con quello di quel giocatore, così per non dimenticarselo. La batosta subita non demoralizzò comunque il giovane fenomeno. Si allenò da solo per un anno ed entrò a far parte della squadra-riserve del suo liceo dove divenne in breve tempo la stella. E inevitabilmente si aprirono presto le porte della prima squadra.

IL NUMERO UNO-  Al college invece non ebbe problemi con le selezioni. Al primo anno, nella finale per il titolo NCAA del 1982, Jordan mise a segno il tiro decisivo allo scadere, regalando così alla squadra del North Carolina il titolo. L’84 è l’anno della svolta per la sua carriera. Vince l’oro olimpico con gli Usa e viene ingaggiato come terza scelta assoluta dai Chicago Bulls. Inizia così la grande storia d’amore tra il club e MJ. Insieme diventano grandi. E mettono tanti titoli in bacheca. Ma non  subito. Per vincere il titolo devono attendere fino al ’91. Anche in questo intervallo di tempo senza vittorie,  Jordan si mette comunque in evidenza. In una partita contro i Boston Celtics realizza 63 punti, tuttora record imbattuto di punti messi a segno in una gara di play-off. Al termine del match, il tecnico dei Celtics, Larry Bird, dichiara:”  Penso sia semplicemente Dio travestito da Michael Jordan”.

ABBANDONI E RITORNI L’anno buono per i Bulls è  il 1991. Jordan e compagni conquistano il titolo NBA contro i Lakers di Magic Johnson. Bissano il successo l’anno dopo contro i Portland Trail Blazers e replicano ancora nel ’93 contro i Phoenix Suns. E nel frattempo Jordan vince anche l’oro olimpico a Barcellona ’92. Michael Jordan e i Chicago Bulls: un binomio inscindibile. Almeno così sembra. Ma nel ’93 la storia d’amore si interrompe. MJ annuncia il suo addio alla pallacanestro.  A determinarlo è la tragica morte del padre, assassinato da due balordi durante una rapina. Jordan sorprende tutti e  decide di ripartire dal baseball. Firma il contratto con i Chicago White Sox. Ma i risultati non sono all’altezza delle aspettative. E così dopo 17 mesi Jordan torna ai Bulls. E’ il 1995:  la stagione è già iniziata e si conclude con l’eliminazione della squadra di Chicago ai play-off. Nel 1996 si apre un nuovo ciclo culminato con il three-peat, cioè con 3 titoli consecutivi. Al termine dell’ultima finale contro gli Utah Jazz di Malone e Stockton, Jordan annuncia il nuovo ritiro. Ma anche questa volta è a tempo. Ritorna ancora nel 2001 per giocare con i Washington Wizards. Durante i due anni di permanenza in riva al Potomac, la squadra non riesce a raggiungere i play-off. Invece l’alieno continua a dare spettacolo e a segnare punti nonostante i 38 anni. Campione in campo e fuori, perchè devolve il suo ingaggio simbolico ai familiari delle vittime dell’11 settembre. Poi nel 2003 il terzo ritiro, quello definitivo. Ma nel cuore di tutti gli appassionati di basket non si è mai ritirato. Buon compleanno, MJ.

Mariano Messinese

Twitter:@MarianoWeltgeis

 

 

 

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