Città di Anagni – Avellino 1 – 1, amara delusione per i Lupi che si lasciano raggiungere dai padroni di casa

Città di Anagni – Avellino   1 – 1

Città di Anagni: Stancampiano, Contucci, Pralini, Ancinelli (dal 46′ Cipriani), Bordi, Colarieti (dal 56′ D’Orsi), D’Amicis, Capuano (dal 61′ Cardinali), Flamini, Pagliarini (dal 56′ Tataranno), Gragnoli. A disposizione: Di Piero, Galvanio, Dolce, Pappalardo, Di Vico. All.: Paris.

Avellino: Viscovo, Betti (dall’88′ Omohonria), Morero, Dionisi, Parisi, Matute, Di Paolantonio (dall’83′  Mentana), Gerbaudo, Tribuzzi, De Vena (dal 61′ Sforzini), Da Dalt. A disposizione: Lagomarsini, Buono, Rizzo, Falco, Dondoni, Capitanio. All.: Bucaro.

Arbitro: Scarpa di Collegno. Assistenti: Songia e Giordano di Alessandria.

Marcatori: al 14′ De Vena,  al 79′ Cardinali (C.A.)

Ammoniti: Colarieti (C.A.), Contucci (C.A.),  Di Paolantonio, Parisi. Angoli: 2-4. Rec.; 1′ pt ; 5′ st.

 

 

Amara delusione per i Lupi che subiscono ingenuamente il gol del pareggio del Città di Anagni al 79′, dopo avere avuto tante possibilità per chiudere il match, senza riuscirvi. E’ bastato un errore in chiusura di capitan Morero sull’attaccante avversario Cardinali, per subire il pareggio da parte dei padroni di casa.  

Per l’Avellino era una partita da vincere a tutti i costi, per rimanere attaccati al treno promozione, e, sostanzialmente, per tre quarti di gara la partita era rimasta saldamente nelle mani dei Lupi, che erano riusciti a passare in vantaggio già al 14′ del primo tempo, con una girata di sinistro sotto misura di De Vena, dopo un’ottima incursione sulla trequarti di Parisi. La squadra di Bucaro, con un gioco improntato su un centrocampo di qualità, che vedeva la contemporanea presenza in campo di Gerbaudo e Di Paolantonio, aveva disposto a piacimento dell’avversario, dimostrando di non avere alcun problema a gestire il match anche su un terreno di gioco in pessime condizioni.

Dopo un primo tempo chiuso, colpevolmente, con un solo gol di vantaggio, nella ripresa l’Avellino cercava di pervenire al raddoppio per mettere in archivio la vittoria, ma al 10′ un tiro a botta sicura da non più di quattro metri da parte di De Vena si stampava clamorosamente sulla traversa, con l’attaccante ex Casertana che avrebbe potuto facilmente fare centro. Poco dopo, lo stesso De Vena lasciava il campo a Sforzini, ma l’Avellino cominciava a rinculare all’indietro, concedendo campo agli avversari, con il lungagnone biancoverde che praticamente non veniva più servito a dovere. 

L’ultima parte di gara, vedeva un certo predominio territoriale da parte dei padroni di casa, interrotto, di tanto in tanto, dalle solite incursioni di un infaticabile Tribuzzi che, però, si rivelavano improduttive. Così, l’Avellino non riusciva a chiudere la gara, finendo con il tenere in vita le velleità di pareggio del Città di Anagni, che (dura legge del calcio) nell’unica vera azione verticale verso la porta avellinese, riusciva a passare. Lancio dalle retrovie per l’attaccante Cardinali, che riceveva palla al limite dell’area, la proteggeva, eludendo il goffo tentativo di Morero di anticiparlo, e superava il giovane Viscovo, che accennava all’uscita, con un rasoterra maligno.

Subito il clamoroso gol del pari, Bucaro tentava di correre ai ripari, riproponendo, tardivamente, la seconda punta, con l’ingresso dell’inconsistente Mentana al posto di Di Paolantonio (e qui entrano in gioco in maniera palmare ed inoppugnabile anche le responsabilità del Direttore sportivo Musa, che, a prescindere pure dal clamoroso autogol nella vicenda Alfageme, in tutta questa lunga fase di calcio mercato di riparazione, non ha ritenuto indispensabile portare ad Avellino una vera prima punta, atteso che nella rosa dei Lupi c’è il solo Sforzini, che anche quest’oggi ha palesato tutti i suoi limiti fisico-atletici).

Il 19enne “sedicente” attaccante Mentana lo “ripagava” fallendo incredibilmente il gol a dieci metri dal portiere avversario, mettendo un piattone al volo lontano dai pali ospiti. Prima della chiusura del match c’era spazio per un altro tiro dell’ex centravanti della Primavera biancoverde, che veniva neutralizzato dal portiere di casa, che spediva la sfera in angolo. 

Dopo cinque minuti di recupero, il triplice fischio dell’arbitro arrivava come una mazzata tra capo e collo per gli uomini di Bucaro, che a capo chino tornavano mestamente negli spogliatoi, con la consapevolezza di avere lasciato sul campo, in maniera sanguinosa,  due punti d’oro.

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