Emergenza coronavirus, Franco Fiordellisi (CGIL): “Stesse tutele per tutti. Maggiore attenzione per i più deboli”

C’è ancora poca attenzione per le fasce più deboli della popolazione che soffrono più di altri lo stato di emergenza sanitaria in conseguenza dell’epidemia del coronavirus», il segretario generale della Cgil di Avellino, Franco Fiordellisi, si rivolge alle istituzioni. «La nostra organizzazione sindacale – prosegue – rileva che non risultano essere state emanate direttive specifiche per assicurare un adeguato ricovero, sia diurno che notturno, per tutte le persone che, per qualunque ragione, siano senza dimora o vivono in condizioni inadeguate».
 
«La pur censurabile assenza di disposizioni specifiche non esime le autorità pubbliche, coordinate dal Prefetto, anche alla luce dei poteri ad esso conferiti dal Dpcm del 9 marzo 2020, di assumere autonomamente iniziative o adottare disposizioni volte alla messa in sicurezza dei senza fissa dimora mediante l’allestimento e/o la requisizione di immobili a fini di sistemazione alloggiativa». 
 
«Le risorse necessarie per gli eventuali interventi di rifacimento e adeguamento degli immobili requisiti potrebbero essere attinte dalla dotazione del Piano Triennale contro lo sfruttamento e il caporalato.  Chiediamo, vista l’urgenza di alcune situazioni verificate, di un intervento in merito, un incontro ad horas da parte del sindaco e del Prefetto».
 
Inoltre, soffrono anche le fasce più deboli della popolazione: «Sono diverse le segnalazioni che ci arrivano oggi giorno e alle quali non riusciamo da soli a far fronte. Da ultima, quella di Michele Carifano, padre di un ragazzo con disabilità protagonista di una associazione che è un esempio concreto di attività sociale, ma che ci scrive per esprimere l’ulteriore sconforto provato a seguito degli ultimi provvedimenti legislativi in cui non ci sono norme a tutela di tutte le persone affette da disabilità in genere, gravi o neurologiche (Down, Autistici, Asperger, Williams, Paraplegico, ecc.), che hanno bisogno di 24 ore su 24 di assistenza e, in molti casi, di un ambiente familiare o sociale condito di meno imprevisti possibili, in quanto ogni avvenimento nuovo potrebbe scatenare in loro forti disagi o reazioni neurologiche incontrollate o incontrollabili». 
 
«Con queste persone, in particolare il sud non ha mai dato il meglio, siamo in profondo e drammatico ritardo! Ecco l’assenza dei Piani di zona o Consorzi che in questa fase ci rendono in maniera esaustiva le criticità vergognose del “sistema” . Sul punto, chiediamo non una risposta, ma un aiuto concreto, per capire come possono essere tranquillizzate le persone con disabilità e le loro famiglie».
 
 

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