La forza consolatoria della passione anche dinanzi all’immane tragedia del terremoto: “il miracolo” della gioia per la vittoria dei Lupi

Era una bella giornata di sole, addirittura calda per essere a soli 32 giorni da Natale. I nostri amati Lupi affrontavano, in una sfida difficile contro una “parigrado”, l’Ascoli dell’imprenditore edile Costantino Rozzi, che aveva costruito ad Avellino il Partenio ad immagine e somiglianza del suo stadio, il “Cino e Lillo Del Duca”. Quella partita era una specie di derby tra due squadre provinciali. I biancoverdi di mister Vinicio sentivano l’importanza della gara ed avevano una carica agonistica incredibile. Scesero in campo decisi a far valere la legge del più forte, l’ormai mitica  “Legge del Partenio”. La partita fu assai combattuta, com’era nello spirito battagliero delle due contendenti in campo. Ma la superiorità tecnica di alcuni elementi dell’Avellino (su tutti Vignola ed il brasiliano Juary), fece la differenza, e la vittoria degli Irpini risultò netta, proprio come recitava il punteggio finale: 4-2.

Uscimmo dallo stadio con tantissima gioia: i nostri Lupi ci avevano regalato un’altra grandissima soddisfazione. Non potevamo, neppure lontanamente, immaginare cosa sarebbe successo di lì a sole tre ore. Alle 19.34 di quella che per tutto il popolo d’Irpinia era stata una giornata radiosa, successe il finimondo: una lunghissima, interminabile scossa tellurica (durò circa novanta secondi) violentò brutalmente la nostra terra, e sconvolse per sempre la vita di centinaia di migliaia di persone, sparse per l’Irpinia e la Basilicata. Morirono poco meno di tremila persone, ed oltre ottomila rimasero ferite. Per non parlare delle oltre trecentomila persone rimaste senza una casa. Quel minuto e mezzo di inferno spezzò tantissime vite, e tantissime altre furono distrutte nell’anima e negli affetti.

Dopo una notte passata all’addiaccio, la luce del giorno dopo rivelò una realtà di morte e distruzione. Ovunque erano lacrime e disperazione. Ma quel grande momento di orgoglio sportivo al Partenio, vissuto appena qualche ora prima dell’immane tragedia, era miracolosamente rimasto nelle pupille e nel cuore di tante migliaia di irpini. Ogni tanto faceva capolino nella nostra mente, quasi a consolarci, a darci il coraggio di rialzarci, di ricominciare a vivere per andare incontro ad un nuovo futuro.

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