Nel 2020 Arpac ha ispezionato 68 siti per ricerca legionella, attività strategica durante pandemia

Nel 2020 sono stati notificati all’Arpa Campania 60 casi di legionellosi, con cinque decessi. Si tratta di una malattia che, nella sua manifestazione clinica più preoccupante, nota come “morbo del legionario”, può provocare severe polmoniti, in alcuni casi letali. È causata da un batterio, la legionella, di cui sono note 59 specie, che a determinate condizioni possono annidarsi negli impianti idrici e di condizionamento di abitazioni, edifici pubblici, ospedali. È una patologia le cui prime diagnosi, in Italia, risalgono agli anni Ottanta e la cui storia, oggi, si intreccia con la pandemia in corso, per la possibile sovrapposizione dei sintomi. Ecco perché, a maggior ragione con il perdurare dell’emergenza sanitaria, la prevenzione delle infezioni da legionella assume un’importanza non trascurabile, a partire dagli ambienti ospedalieri.
In Campania l’Agenzia ambientale regionale si occupa di sorveglianza ambientale della legionella attraverso il Laboratorio di riferimento regionale per la legionellosi diretto da Anna Maria Rossi, incardinato presso il Dipartimento Arpac di Salerno e riconosciuto dall’Istituto superiore di sanità nella rete dei laboratori regionali deputati alla sorveglianza della legionella.  Quando viene notificato un caso di legionellosi possibilmente contratto nell’ambito del territorio regionale, Arpac, unitamente all’Asl di riferimento, si attiva ispezionando i locali frequentati dal paziente nelle due settimane antecedenti la comparsa dei sintomi. I tecnici del Laboratorio  prelevano e analizzano campioni di sedimenti, biofilm e altre matrici potenzialmente contaminate, dagli impianti idrici e di condizionamento delle abitazioni e dagli ambienti frequentati dal paziente. Generalmente l’infezione viene appunto contratta inalando particelle di aerosol contaminate, che fuoriescono da rubinetti e dagli impianti di condizionamento. Quando il Laboratorio riscontra la presenza del batterio, l’Agenzia fornisce al soggetto competente gli esiti e la valutazione delle analisi per le successive bonifiche degli impianti. Arpac, altresì, esegue analisi di controllo dopo l’avvenuta disinfezione.
Nell’arco del 2020 il Laboratorio legionellosi ha ricevuto complessivamente 60 notifiche, a cui sono seguite ispezioni a 68 strutture frequentate dai pazienti: sono stati ispezionati 10 luoghi di lavoro, 28 abitazioni, 22 strutture ricettive, 8 strutture sanitarie. In totale, la contaminazione da legionella è stata riscontrata in 21 siti: 9 strutture ricettive, 7 abitazioni, 5 strutture sanitarie. Complessivamente, nel corso dell’anno, i campioni analizzati sono stati 946, di cui 126 risultati positivi.
Nel 2020 il numero di casi notificati sembra essere in netto calo rispetto ai 116 casi del 2017, ai 135 del 2018 e ai 124 del 2019. La diminuzione delle notifiche potrebbe essere dovuta alla drastica riduzione del turismo da e verso altre regioni e nazioni, per l’emergenza sanitaria da Covid-19: una quota dei casi notificata in Campania è dovuta storicamente a viaggi di residenti campani in località extraregionali, oppure a infezioni contratte in strutture alberghiere situate nel territorio regionale. Tuttavia il numero definitivo dei casi registrati in Campania nel 2020 sarà successivamente elaborato dall’Istituto superiore di sanità.
Anche alla luce del perdurare della pandemia da Covid-19, la prevenzione della legionellosi non perde certo di importanza. Visto che il quadro sintomatologico della legionellosi presenta analogie con quello del Covid, acquista particolare rilievo la prevenzione del “morbo del legionario”, anche per evitare ulteriore pressione sul sistema sanitario.
La prevenzione acquista una specifica valenza negli ambienti ospedalieri e in generale nelle strutture sanitarie: l’Agenzia ha costruito rapporti di collaborazione ormai consolidati con diverse realtà del sistema sanitario regionale, tra cui le Asl di Avellino e Salerno, gli ospedali Moscati di Avellino, San Pio di Benevento e San Giovanni di Dio / Ruggi d’Aragona di Salerno. Nell’ambito di queste convenzioni, nel solo 2020, sono stati prelevati e analizzati 961 campioni in strutture sanitarie, in funzione di prevenzione: un’attività che si aggiunge dunque a quella di ricerca del batterio dopo le notifiche dei casi di malattia.
La prevenzione acquista valore anche nelle abitazioni, negli ambienti di lavoro e in locali pubblici o comunque aperti al pubblico, a maggior ragione quando questi ambienti non sono stati frequentati per un tempo significativo, a causa delle restrizioni anti-Covid, e sono dunque più probabili fenomeni di stagnazione negli impianti idrici.

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