Tennis, Academy da esportazione: a Napoli con la ricetta del maestro Rombolà

Per la Tennis Academy l’orizzonte resta più ampio del contesto provinciale. E’ ormai da quasi tre anni che la scuola ha una delle sue sedi al Tc Capodimonte di Napoli. Qui, sotto la guida del maestro Carlo Rombolà, due istruttori, un collaboratore e due preparatori atletici curano i circa 80 allievi della scuola tennis. In particolare Rombolà segue da vicino il gruppo degli agonisti. Tanti i terza ed i quarta categoria, ma nelle nuove leve s’intravedono prospetti dal futuro interessante. E’ il caso del 2004 Mariano Tammaro, migliore nella sua categoria in Campania, o del 2005 Luciano Barbarino che si è messo in mostra ai recenti campionati italiani.

E’ proprio il maestro Rombolà a sottolineare le problematiche da affrontare quotidianamente nel tanto difficile, quanto affascinante, percorso di costruzione di un campione di tennis: “Simulare in allenamento le condizioni di gara è uno dei nostri obiettivi. L’altro aspetto è sfruttare quelle competenze che ci consentono di osservare gli atteggiamenti corretti in campo. Più sale il livello, più il tennis, inteso come tecnica, è l’ultimo dei problemi. Chi si occupa di competizione ha due terreni di lavoro: quello tattico e quello mentale con il relativo supporto del preparatore atletico”.

Proprio l’aspetto del training mentale rappresenta un elemento essenziale: “Sono un appassionato dell’argomento, ma resto pur sempre un maestro di tennis che ha la necessità di essere sostenuto da una professionalità specifica nel settore. Nel tennis moderno il maestro non può più prescindere da un lavoro di equipe. Spesso capita che le diverse figure non riescano a comunicare nel modo giusto. Nel caso dei maestri e dei mental coach la responsabilità è più delle volte dei primi. I mental coach sanno di tennis più di quanto i maestri sappiamo di gestione delle emozioni, di concentrazione e di motivazione”.

“Costruire un campione oggi significa seguire un ragazzo in tutto la sua quotidianità. Il tennis non è solo, purtroppo, diritto e rovescio, ma è il carattere e coinvolge la sfera emozionale dell’atleta. Ben poco si potrà fare se non interviene la giusta relazione familiare, l’apporto sinergico di maestro e genitori in modo da individuare un percorso formativo comune oltre il rettangolo di gioco. Ed è su queste basi, e grazie alla lungimiranza di Vincenzo Picardi, che proviamo ad organizzare la nostra azione in casa Academy”.

Per la Tennis Academy l’orizzonte resta più ampio del contesto provinciale. E’ ormai da quasi tre anni che la scuola ha una delle sue sedi al Tc Capodimonte di Napoli. Qui, sotto la guida del maestro Carlo Rombolà, due istruttori, un collaboratore e due preparatori atletici curano i circa 80 allievi della scuola tennis. In particolare Rombolà segue da vicino il gruppo degli agonisti. Tanti i terza ed i quarta categoria, ma nelle nuove leve s’intravedono prospetti dal futuro interessante. E’ il caso del 2004 Mariano Tammaro, migliore nella sua categoria in Campania, o del 2005 Luciano Barbarino che si è messo in mostra ai recenti campionati italiani.

E’ proprio il maestro Rombolà a sottolineare le problematiche da affrontare quotidianamente nel tanto difficile, quanto affascinante, percorso di costruzione di un campione di tennis: “Simulare in allenamento le condizioni di gara è uno dei nostri obiettivi. L’altro aspetto è sfruttare quelle competenze che ci consentono di osservare gli atteggiamenti corretti in campo. Più sale il livello, più il tennis, inteso come tecnica, è l’ultimo dei problemi. Chi si occupa di competizione ha due terreni di lavoro: quello tattico e quello mentale con il relativo supporto del preparatore atletico”.

Proprio l’aspetto del training mentale rappresenta un elemento essenziale: “Sono un appassionato dell’argomento, ma resto pur sempre un maestro di tennis che ha la necessità di essere sostenuto da una professionalità specifica nel settore. Nel tennis moderno il maestro non può più prescindere da un lavoro di equipe. Spesso capita che le diverse figure non riescano a comunicare nel modo giusto. Nel caso dei maestri e dei mental coach la responsabilità è più delle volte dei primi. I mental coach sanno di tennis più di quanto i maestri sappiamo di gestione delle emozioni, di concentrazione e di motivazione”.

“Costruire un campione oggi significa seguire un ragazzo in tutto la sua quotidianità. Il tennis non è solo, purtroppo, diritto e rovescio, ma è il carattere e coinvolge la sfera emozionale dell’atleta. Ben poco si potrà fare se non interviene la giusta relazione familiare, l’apporto sinergico di maestro e genitori in modo da individuare un percorso formativo comune oltre il rettangolo di gioco. Ed è su queste basi, e grazie alla lungimiranza di Vincenzo Picardi, che proviamo ad organizzare la nostra azione in casa Academy”.

 

 

 

 

Per la Tennis Academy l’orizzonte resta più ampio del contesto provinciale. E’ ormai da quasi tre anni che la scuola ha una delle sue sedi al Tc Capodimonte di Napoli. Qui, sotto la guida del maestro Carlo Rombolà, due istruttori, un collaboratore e due preparatori atletici curano i circa 80 allievi della scuola tennis. In particolare Rombolà segue da vicino il gruppo degli agonisti. Tanti i terza ed i quarta categoria, ma nelle nuove leve s’intravedono prospetti dal futuro interessante. E’ il caso del 2004 Mariano Tammaro, migliore nella sua categoria in Campania, o del 2005 Luciano Barbarino che si è messo in mostra ai recenti campionati italiani.

E’ proprio il maestro Rombolà a sottolineare le problematiche da affrontare quotidianamente nel tanto difficile, quanto affascinante, percorso di costruzione di un campione di tennis: “Simulare in allenamento le condizioni di gara è uno dei nostri obiettivi. L’altro aspetto è sfruttare quelle competenze che ci consentono di osservare gli atteggiamenti corretti in campo. Più sale il livello, più il tennis, inteso come tecnica, è l’ultimo dei problemi. Chi si occupa di competizione ha due terreni di lavoro: quello tattico e quello mentale con il relativo supporto del preparatore atletico”.

Proprio l’aspetto del training mentale rappresenta un elemento essenziale: “Sono un appassionato dell’argomento, ma resto pur sempre un maestro di tennis che ha la necessità di essere sostenuto da una professionalità specifica nel settore. Nel tennis moderno il maestro non può più prescindere da un lavoro di equipe. Spesso capita che le diverse figure non riescano a comunicare nel modo giusto. Nel caso dei maestri e dei mental coach la responsabilità è più delle volte dei primi. I mental coach sanno di tennis più di quanto i maestri sappiamo di gestione delle emozioni, di concentrazione e di motivazione”.

“Costruire un campione oggi significa seguire un ragazzo in tutto la sua quotidianità. Il tennis non è solo, purtroppo, diritto e rovescio, ma è il carattere e coinvolge la sfera emozionale dell’atleta. Ben poco si potrà fare se non interviene la giusta relazione familiare, l’apporto sinergico di maestro e genitori in modo da individuare un percorso formativo comune oltre il rettangolo di gioco. Ed è su queste basi, e grazie alla lungimiranza di Vincenzo Picardi, che proviamo ad organizzare la nostra azione in casa Academy”.

“L’idea è quella di destrutturare il concetto di “campo sportivo” come luogo fisico di svolgimento dell’attività tennistica”. Servizio navetta e possibilità di allenamento sulle diverse superfici: questi alcuni degli aspetti qualitativi su cui punta per il futuro la nuova Academy. “In the city, not in the country” questo lo slogan che campeggia nella struttura del Centro Sportivo Avellino dove in questi giorni è partito un camp estivo in cui il tennis ha un ruolo importante.

Da tre anni sotto la guida del maestro Rombolà

15 ragazzi agonisti più la SAT che comprende complessivamente 80 allievi

Due istruttori, un collaboratore e due preparatore atletici

Tra i prospetti interessi il 2004 Mariano Tammaro il migliroe

Secondo turno Luciano Barbarino del 2005

Molti a livello di Kinder

Dieci ragazzi da Capodimonte

Antonio Scotto, D’andrea, Malfitano,

Aspetti mentali ma soprattutto dal piano emotivo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tra i prospetti interessi il 2004 Mariano Tammaro il migliroe

Secondo turno Luciano Barbarino del 2005

 

Molti a livello di Kinder

Dieci ragazzi da Capodimonte

Antonio Scotto, D’andrea, Malfitano,

Aspetti mentali ma soprattutto dal piano emotivo

 

Il tennis non è solo purtroppo diritto e rovescio ma è il carattere e coinvolge la sfera emozionale. Puoi risolvere poco se non c’è l’apporto del genitore. Va plasmato in tutta la giornata

Nel momento in cui ci si scontro cn iuuna mentalità del tipo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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