Accadde oggi:” nasce Batistuta”

Le cicatrici sono ancora lì a macchiare la pelle, ricordo indelebile di duelli epici contro i difensori avversari. Invece la folta chioma che cadeva dolcemente sulle spalle non c’è più. E’ stata sostituita da una taglio di capelli più corto. Anche perchè è passato tanto tempo da quando Batistuta gonfiava le reti. Proprio oggi l’ex centravanti argentino compie 45 anni.  Ne aveva ventidue quando fu acquistato dalla Fiorentina a metà del 1991, fra lo scetticismo della piazza. Sgraziato tecnicamente, impacciato sotto porta,  Batistuta faticò a imporsi nel calcio italiano. Ma non si arrese, nè si fece vincere dalla nostalgia per il tango e la pampa sconfinata. Con il lavoro, gli allenamenti duri e la voglia di migliorarsi,  Batistuta diventò Batigol, l’attaccante implacabile, terrore dei portieri.

INTENSO AMORE- A Firenze furono 9 anni di intenso amore. Tante partite, tanti gol (167), e momenti unici:  la vittoria della supercoppa italiana ’97, con  doppietta al Milan e dedica d’amore alla moglie in mondovisione. Il dito accostato al naso per zittire il Camp Nou, lo stadio di Ronaldo, dopo la sua rete del pareggio, mitragliette e bandierine per esultare dopo un gol e anche  una statua d’oro, dedicatagli dai tifosi viola. Batistuta e la Fiorentina, un binomio inscindibile. Ma  le storie d’amore, anche le più belle, a volte  finiscono.  Quella fra Batistuta e Firenze si interruppe  il 14 maggio 2005. Il Re Leone segnò 3 gol,  superò il record di Hamrin e divenne il maggior marcatore della Fiorentina in Serie A.  Ma al termine del match, l’argentino annuncio il suo addio alla squadra con il giglio in petto. Andò alla Roma e trascinò con i suoi 20 gol i giallorossi  alla vittoria del Tricolore. Segnò anche alla Fiorentina, prima di scoppiare in lacrime. A trentadue anni, Batigol vinse il trofeo più importante della sua carriera. E anche l’ultimo.  Poi iniziò la parabola discendente, anche per alcuni problemi fisici. Dopo un breve passaggio all’Inter, Batistuta ripartì dal Qatar, periferia estrema del calcio agonistico. Ci restò 2 anni, durante i quali continuò a segnare, ma anche a farsi male. A trentacinque anni, appese gli scarpini al chiodo e disse basta.

GRATITUDINE Batistuta ha vinto poco. Non solo con le squadre in cui ha giocato, ma anche individualmente. Nella sua bacheca personale non c’è il pallone d’oro. Chissà, se non avesse giocato nella Fiorentina, ora potrebbe esporlo nel salotto di casa. Ma forse esistono cose più importanti di un titolo prestigioso. Per esempio, Batigol è stato amato da tutta Firenze, una città polemica, in cui da sempre regna la discordia fra gli abitanti. Dite che sia poco? Beh, nemmeno Dante a suo tempo ci riuscì. Anche queste sono soddisfazioni. Per questo e per altro, tanti auguri, Bati.

Mariano Messinese

Twitter:@MarianoWeltgeis

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