Avellino: città votata all’oligarchia?

 

 

Lo spettacolo che stanno dando i partiti, in questo periodo pre-elettorale, certamente non fa il bene della nostra città. Prendete il  criterio di scelta del nuovo sindaco e della formazione delle liste, ad esempio. A noi pare sia il caratteristico ed antico criterio  “censitario”.

Si, avete capito bene censitario, come il diritto di voto che, in epoca classica, poteva essere esercitato soltanto in base al proprio censo. Insomma, se alla parola voto si sostituisce la parola potere, ci si avvicina all’idea, al senso della realtà politica attuale.

Ma Socrate ammoniva su questo criterio selettivo, che ai suoi tempi veniva adottato per la scelta dei piloti delle navi. Il grande filosofo greco individuava le storture di questo criterio: un povero, anche competente, sarà sempre escluso, a vantaggio di un ricco, anche incompetente. Il risultato sarà probabilmente: una cattiva navigazione.

Tornando ai tempi nostri, abbiamo l’impressione che nella nostra città, oramai, sia  quasi impossibile proporre una democrazia che accetti l’esistenza di gruppi sociali, con diverso accesso al consumo e al potere, regolati da una politica che funzioni come elemento di moderazione e di mescolanza.

Ma anche la parola “riforma” (anche essa inflazionata) oggi  assume il significato di un deciso decadimento delle condizioni sociali e di un supino adeguamento ad un mercato globalizzato.

Diciamola tutta: la parola democrazia, in questa città, è stata manipolata lungamente, finendo per perdere il suo significato originario. Oggi, pare proprio che democrazia, nei fatti, ci riporti indietro nel tempo, divenendo sinonimo di legittimazione referendaria dell’oligarchia economica.

La Dama rosa

 

 

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