Avellino, esplodono in una cella del carcere alcune bombolette di gas, un agente rimane ferito – Tentativo di evasione

Nella cella n.8 del piano terra del Carcere di Bellizzi,  intorno alle 5 di questa mattina, sono esplose 11 bombolette di gas del tipo usato per i fornellini da campeggio. Nella cella si trovavano due detenuti, e nelle operazioni di soccorso è rimasto lievemente ferito un agente penitenziario che espletava il turno notturno. Sul posto si è recato il Direttore del carcere, Paolo Pastena, ed è intervenuta anche una squadra dei Vigili del Fuoco. “Le cause dell’esplosione sono ancora tutte da accertare anche se pare farsi strada una pista dolosa, appalesata anche dai Vigili del Fuoco”, ha affermato Eugenio Sarno, Segretario Generale della UILPA Penitenziari. “Le bombolette, infatti, erano state accatastate in prospicienza del muro della cella. Questo, ma è ancora tutto da verificare, potrebbe dar corpo anche all’ipotesi di un clamoroso tentativo di evasione. Attendiamo gli esiti delle indagini per comprendere l’esatta dinamica dei fatti In ogni caso il personale in servizio è prontamente intervenuto per portare in salvo i detenuti e spegnere il principio di incendio. Proprio in questa fase – spiega Sarno – una bomboletta è esplosa procurando lievi ustioni e ferite ad un agente penitenziari che, dopo le prima cure presso l’infermeria del carcere, è stato trasportato in ospedale per ulteriori accertamenti. A lui vanno i nostri sentimenti di vicinanza e gli auguri di immediata guarigione”. L’uso delle bombolette di gas è ordinario nelle strutture penitenziarie italiane. Esse sono in dotazione ai detenuti per consentire loro la preparazione dei pasti. “Spero che questo episodio non dia la stura a strumentalizzazioni di sorta, come spesso è accaduto quando le bombolette sono state usate per compiere suicidi in cella o usate per inalare gas. Piuttosto occorre chiedersi se non sia il caso di impedire un eccessivo accumulo in cella, ancor più in considerazione che ad Avellino i locali destinati alla preparazione dei pasti sono angusti e ricavati nei locali dei bagni. Purtroppo in quasi la totalità delle strutture penitenziarie italiane – sottolinea amaramente il Segretario Generale della UILPA Penitenziari – i detenuti sono costretti a cucinare laddove vanno ad urinare o defecare. Questo per dire quanto in Italia siamo ancora lontani dal risolvere, in tema di dignità della detenzione, la grave questione penitenziaria.”

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