Buon compleanno a Salvatore Di Somma: uno dei più grandi calciatori della gloriosa storia dell’Avellino

Compie oggi  gli anni uno dei più grandi calciatori della gloriosa storia dell’Avellino: Salvatore Di Somma. Nato a Castellammare di Stabia l’11 aprile del 1948, il roccioso difensore dei Lupi, dal fisico di un granatiere, incuteva timore agli avversari anche solo a guardarlo, figuriamoci quando se lo ritrovavano dinanzi in campo. Il popolare “Totore” ha giocato per sette stagioni con la maglia biancoverde, dal 1977 al 1984 (anno del suo ritiro), contribuendo a scrivere la più bella pagina della storia dell’Avellino calcio: la promozione in serie A, nel 1978. Il gigante stabiese ha disputato ben 179 partite con i Lupi, siglando anche 5 gol.

La sua più importante realizzazione con la maglia dei Lupi fu quella contro la Juve al Partenio. Era l’ottava giornata del campionato di Serie A 1982-1983, in Irpinia arrivò la grande Juve di Trapattoni, con tanti campioni del mondo, come Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli, Paolo Rossi (che con la maglia della nazionale azzurra avevano trionfato in Spagna appena qualche mese prima) oltre a Roberto Bettega, Zibì Boniek e Michel Platini. Fu una partita molto combattuta dai Lupi, che sopperirono con grande grinta e spirito di sacrificio alla nettissima superiorità tecnica dei bianconeri. La Juve andò in vantaggio con il compianto Gaetano Scirea, ma a 20 minuti dalla fine, Salvatore Di Somma, raccolse un calcio d’angolo battuto da Beniamino Vignola e mise la sfera alle spalle del mitico Dino Zoff.

Ma nelle sei stagioni vissute da Di Somma con la maglia dell’Avellino nella massima serie, ci fu anche un episodio assai triste, anzi drammatico, che solo per la grande prontezza e competenza del medico sociale dell’Avellino, il dott. Cerullo, non si trasformò in tragedia. Era l’otto novembre del 1981 e l’Avellino affrontava al Partenio l’Ascoli. In uno scontro di gioco piuttosto rude e violento, Salvatore Di Somma subì un colpo al petto e stramazzò al suolo esanime. Rimase immobile per diversi secondi. Per fortuna l’incidente, del tutto fortuito, avvenne a non molti metri dalle panchine, ed il medico dell’Avellino, Cerullo, ebbe modo di rendersi conto immediatamente della gravità dell’accaduto. Salvatore, a seguito del colpo subito, fu vittima di una crisi vagale, che gli procurò un arresto cardiaco. Con grande perizia, il dott. Cerullo praticò al difensore stabiese un massaggio cardiaco, riuscendo miracolosamente a rianimarlo. Quest’episodio spaventosamente drammatico, fu comunque paradigmatico del grande ardore agonistico e soprattutto il non comune attaccamento alla maglia biancoverde da parte dell’impagabile “Totore”.

 

Dopo il suo ritiro dal calcio giocato, avvenuto al termine della stagione 1983-84, Salvatore Di Somma rimase nei quadri societari dell’U.S. Avellino, come dirigente. Ma ben presto capì che il suo ruolo non era dietro una scrivania, ma su una panchina, e così intraprese la carriera di allenatore. Per due stagioni diverse si sedette anche sulla panca dei Lupi: 1993-94 e 1996-97, entrambi campionati di serie C.

Al termine della stagione 2009-10, che lo aveva visto tecnico del Campobasso, Di Somma tornò a svolgere le funzioni di Direttore tecnico, andando ad operare per la squadra della sua città natale, la Juve Stabia. Al termine della seconda stagione da dirigente tecnico, campionato 2011-2012, Salvatore conquistò la promozione in serie B. Nell’agosto del 2013, fu chiamato dal presidente Oreste Vigorito a dirigere il settore tecnico del Benevento. Tre anni dopo, nel 2016, Di Somma vinse il campionato di serie C ed approdò, per la prima volta nella storia degli Stregoni, nuovamente in serie B. Il culmine dei suoi successi come dirigente arrivò l’anno successivo, allorquando, Salvatore coronò il sogno incredibile della duplice promozione consecutiva, portando il Benevento addirittura in serie A.

Il resto è storia recente: il grande Salvatore Di Somma, da fine luglio dello scorso anno, è tornato nella sua città di adozione, Avellino, con la speranza di ripetere i successi ottenuti da dirigente con la società che lo ha visto trionfare da protagonista sul campo ai massimi livelli del calcio italiano.

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