Fontanarosa, lunedi 7 dicembre il Vescovo di Avellino inaugurerà il presepe presso il Santuario Maria SS. della Misericordia

Sarà inaugurato dal vescovo della Diocesi di Avellino, Monsignor Francesco Marino,il 7 dicembre alle ore 18, lo storico presepe di Fontanarosa allestito presso il Santuario Maria SS. Della Misericordia. Dall’8 dicembre, i visitatori potranno ammirare la meravigliosa opera, tutti i giorni, dalle ore 9,00 alle ore 12,00 e dalle ore 16,30 alle ore 19,30 fino al 17 gennaio del prossimo anno. Alla cerimonia sarà presente anche il parroco di Fontanarosa, don Pasquale Iannuzzo.

 

Era circa il 1910 quando, grazie a don Gennaro Penta, la Chiesa di Santa Maria della Misericordia accolse un imponente presepe, con in mostra oltre 700 pezzi: le statue in terracotta, avvolte da meravigliose vesti, erano state in maggioranza realizzate a Napoli tra il XVIII e il XIX sec., mentre la minuziosa scenografia, costruita principalmente con legno d’olmo, fu opera di esperti artigiani locali. La fama del presepe, anno dopo anno, crebbe ed attirò l’attenzione delle alte sfere della nazione: esso venne addirittura visitato dal principe Umberto di Savoia e proclamato Monumento Nazionale. Alla morte di don Gennaro, avvenuta nel 1932, l’usanza si arrestò e i suoi componenti vennero donati al Museo Provinciale di Avellino. Nel 1942, mentre la Seconda Guerra Mondiale imperversava, il parroco di Fontanarosa, don Davide D’Italia, si adoperò per far risorgere “il più bel presepe del mondo”. Nell’Anno Santo del 1950, raggiunse il suo momento più alto: venne esposto nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli a Roma. A questa acmé seguì l’oblio, per decenni, fino a quando, negli anni ’80, dopo il devastante terremoto che ha marchiato indelebilmente l’Irpinia e la sua gente, mentre era parroco don Giulio Ruggiero, si cercò di recuperare nuovamente la tradizione. Nella notte tra il 13 e il 14 dicembre 1982, purtroppo, dei ladri si intrufolarono in chiesa e fecero razzia, lasciando Gesù Bambino “orfano”. Sembrava finita così la storia epica di Fontanarosa e dei suoi pastori in marcia verso la stella cometa. La devozione, però, non si è mai spenta e da tempo, il presepe è tornato al suo antico splendore, che si rinnoverà anche quest’anno, con numerose novità. L’ala destra di S.Maria è quasi interamente occupata da un allestimento di oltre 20 m di lunghezza e 100 metri quadrati di superficie. Omaggiando il ricordo di don Gennaro Penta, l’architettura è composta da 1500 ceppi d’olmo, quercia ed ulivo, chiusi con carta straccia, uniti con colla di farina e dipinti con colori a polvere. Il percorso parte da un maestoso paesaggio rurale, e si sviluppa su più piani, in grado di esaltare il tipico paesaggio collinoso irpino, dove un’umanità semplice ed ossequiosa confluisce, con vibrante e accorata plasticità, verso la grotta centrale. I personaggi si muovono ognuno con il proprio passo, dalla svogliata popolana all’elegante principessa georgiana, dall’indaffarato pastore al triste mendicante. Perfino gli animali, come il bue in legno del 1600 o la capretta intenta a grattarsi la testa, partecipano alla festa liturgica. Il presepe è un microcosmo di sacro e profano ed ogni figura, anche quella più “piccola”, si unisce alla solennità della narrazione. Decine sono le scene allestite ed oltre 250 le statue: ci sono il macellaio e il verduraio, c’è chi si è fermato a mangiare sull’erba, c’è la donna che riceve indesiderate attenzioni da parte di un uomo, c’è la ragazza appena sveglia con l’orinatoio in mano. Ci sono stalle, carceri, rocche, c’è una fontana.Tra i pastori antichi, si nascondono otto “intrusi moderni”: un calzolaio, un prete,un sacrestano,un distinto signore,un macellaio, un operaio e una donna dal sorriso gentile, che hanno i volti di cittadini noti di Fontanarosa. La bellezza del complesso è sublime: la si può notare ovunque, non solo nelle espressioni e nella gestualità delle statue, ma anche nell’attenzione ai particolari, come nei ricami dei veli, nei dettagli del cibo o nei drappeggi delle tuniche. Questo presepe è la prova che, dopotutto, la fede non si può rubare, così come la magia del Natale.

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