Giorgio Perinetti si presenta ad Avellino: “Questa città era nel mio destino. Scordiamoci del passato e guardiamo avanti con fiducia”

Giorgio Perinetti, 72 anni, romano, lunghissima esperienza calcistica, quasi mezzo secolo di carriera alle spalle, è l nuovo responsabile dell’area tecnica della società biancoverde.

Ecco come si è presentato alla piazza di Avellino: 

“Ringrazio prima di tutto la proprietà per avermi dato questa opportunità. Ho riscontraato nel presidente, non solo una persona non solo concreta ma anche molto serena. Dopo tutto quello che è successo, sul quale non entro nel merito, ha ancora tanta voglia di ottenere quello che non ha ottenuto fino a oggi, nonostante gli sforzi economci affrontati. Serve anche l’aspetto umano nei rapporti di collaborazione ed io debbo dire di aver trovato quest’aspetto nella famiglia D’Agostino. L’Avellino mi ha convinto nel progetto e io punto a vivere il territorio, sarò sempre in città. Non voglio essere un collaboratore dell’Avellino,  ma uno che lavora ad Avellino, per l’Avellino. Il 17 marzo 2023 è scomparsa una persona fondamentale per la mia carriera, che ha scommesso su un ragazzo che voleva fare qualcosa nel calcio. Mi fece firmare il mio primo contratto, stagione 74/75. Questa persona era Avellinese e si chiamava Carlo Mupo, la prima persona che mi ha dato fiducia. Mi piace ricordarlo qui, perché da un avellinese è partita la mia storia calcistica. Tanti cose mi legano alla città, come mia moglie scomparsa, che lavorava qui all’Avellino. Ricordo anche quando l’Avellino, che non aveva più nulla da chiedere, batté il Messina, permettendo al mio Palermo di salire in Serie B. Ci sono tante storie che mi legano a questo ambiente. Ora non è il caso di fare promesse, contano i fatti, quello che riesci a realizzare. Il calcio di oggi è molto difficile, basti vedere i playoff oppure le retrocessioni eccellenti dalla Serie B. Ci sono pressioni e noi dobbiamo essere bravi a creare il giusto clima. Io e i miei collaboratori, Luigi Condò e Pierfrancesco Strano, siamo abituati a non spegnere mai il telefono, a non avere giorni liberi. Un direttore da solo, un allenatore da solo, una squadra da sola non può vincere. Ci si può affermare solo se l’ambiente è completamente unito, ed ogni componente è vicina alle altre. Bisogna però aspettare di poter far partire un progetto, di assecondarlo, di aiutare e poi gioire insieme. Insieme si possono ottenere grandi risultati, disuniti non si ottiene niente. Non parliamo più del passato, ci deve servire come riflessione, per sostenere il presente e programmare il futuro. Non trovo sia giusto vivere di ricordi, conta quello che si fa da oggi in avanti. Sono felice di aver trovato qui ad Avellino mister Rastelli. Ieri siamo partiti insieme con questo progetto. Speriamo di dare al mister gli elementi giusti con i tempi giusti. Ci vuole un po’ di pazienza, mirare bene e non sbagliare il bersaglio. Puntiamo a partire con un organico già ben definito sin dal ritiro, ma non escludiamo di completare l’organico nelle varie finestre di mercato, anche perchè l’esperienza ci insegna che iil giocatore che prima sembrava inarrivabile, magari dopo Ferragosto può prendere in considerazione anche la nostra società.”

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