I Conservatori di Avellino e Napoli omaggiano Bach nel 333eismo anniversario della nascita con tre concerti itineranti dal 19 al 24 aprile 2018

Tre concerti in altrettante location prestigiose tra Avellino e Napoli, un rapporto sinergico tra tre importanti istituzioni del Mezzogiorno, per celebrare il genio barocco di uno dei più grandi protagonisti della storia della musica classica.

Nel 333esimo anniversario della nascita di Johann Sebastian Bach (Eisenach 1685 – Lipsia 1750), il Conservatorio «Cimarosa» di Avellino, presieduto da Luca Cipriano e diretto da Carmelo Columbro, e il «San Pietro a Majella» di Napoli, presieduto da Antonio Palma e diretto dall’irpino Carmine Santaniello, in collaborazione con l’Accademia di Scienze Fisiche e Matematiche di Napoli, portano in pedana il loro personale omaggio al grande compositore e musicista tedesco.

Giovedì 19 aprile, alle 14:30, presso l’Auditorium del Conservatorio di Avellino, venerdì 20, alle 16, nell’Aula dell’Accademia delle Scienze di via Mezzocannone a Napoli e martedì 24 aprile, alle 18, nella Sala «Scarlatti» dal «San Pietro a Majella», si terrà il 3° Concerto Brandeburghese BWV 1048 che vedrà protagonisti gli allievi che compongono le Orchestre da Camera del «Cimarosa» e del «San Pietro a Majella».

Il 3° Concerto Brandeburghese sarà declinato dal suono dei violini di Giuseppe Guida, Marco Nocera e Michele Roggia, delle viole di Nicola Giordano, Nikolas Altieri e Giulia Romano, dei violoncelli di Francesca Montella, Gabriele Melone e Teresa Vallese, del contrabbasso di Vicente Bono Plancha e del basso continuo di Elisabetta Furio, diretti dal maestro Giuseppe Camerlingo.

Le conversazioni musicali tra i due Conservatori aiuteranno il pubblico ad ascoltare, riflettere e riascoltare la musica composta da Bach scoprendo gli elementi caratterizzanti del Terzo concerto brandeburghese come la parità di importanza tra gli strumenti individuata dal musicologo Alberto Basso: «Non più episodi solistici alternati a momenti d’insieme, o un trattamento “concertante” di coppie di strumenti, ma blocchi orchestrali che annullano le differenze».

 

 

 

 

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