Il neo Presidente del Consiglio Matteo Renzi al Senato per la Fiducia: “Questo è il tempo del coraggio”

Questo è il tempo del coraggio, che non esclude nessuno e non lascia alibi a nessuno». E’ l’ultima delle frasi pronunciata da Matteo Renzi al termine dei 68 minuti del suo discorso al Senato a sottolineare il senso della sfida che il leader del Pd lancia al Parlamento: dare la fiducia a un presidente giovane che, come lui stesso ha sottolineato, non avrebbe neppure l’età per sedere sugli scranni di Palazzo Madama. Un giovane premier che in quell’aula carica di storica si presenta «in punta di piedi». Che rivendica la «voglia di provare ad andare controcorrente». E che sottolinea di essere lì, sui banchi del governo, accompagnato da un grande carico di «stupore» che la giovane età porta con sè: «Ma noi – ha precisato – siamo qui non per inseguire un record anagrafico, non per allungare il curriculum, siamo qui per parlare un linguaggio di franchezza». Ha poi ringraziato il Pd, «perché ha detto a una generazione: “se avete sogni provateci”». E dunque: «Noi chiediamo fiducia perché pensiamo che l’Italia abbia una necessità urgente di uscire dalla crisi». «Arrivare al 2018 – ha evidenziato lil premier – ha un senso solo se avvertiamo l’urgenza di un cambiamento radicale». Poi, con riferimento alle riforme istituzionali che prevedono tra l’altro l’abolizione del Senato, ha aggiunto: «Vorrei essere l’ultimo presidente del Consiglio che si trova su questi banchi a chiedere la fiducia» . Infine, la massima assunzione di responsabilità: «Se questa sfida la perderemo, la colpa sarà mia».

 

 

 

 

 

Questo è il tempo del coraggio, che non esclude nessuno e non lascia alibi a nessuno». E’ l’ultima delle frasi pronunciata da Matteo Renzi al termine dei 68 minuti del suo discorso al Senato a sottolineare il senso della sfida che il leader del Pd lancia al Parlamento: dare la fiducia a un presidente giovane che, come lui stesso ha sottolineato, non avrebbe neppure l’età per sedere sugli scranni di Palazzo Madama. Un giovane premier che in quell’aula carica di storica si presenta «in punta di piedi». Che rivendica la «voglia di provare ad andare controcorrente». E che sottolinea di essere lì, sui banchi del governo, accompagnato da un grande carico di «stupore» che la giovane età porta con sè: «Ma noi – ha precisato – siamo qui non per inseguire un record anagrafico, non per allungare il curriculum, siamo qui per parlare un linguaggio di franchezza». Ha poi ringraziato il Pd, «perché ha detto a una generazione: “se avete sogni provateci”». E dunque: «Noi chiediamo fiducia perché pensiamo che l’Italia abbia una necessità urgente di uscire dalla crisi». «Arrivare al 2018 – ha evidenziato lil premier – ha un senso solo se avvertiamo l’urgenza di un cambiamento radicale». Poi, con riferimento alle riforme istituzionali che prevedono tra l’altro l’abolizione del Senato, ha aggiunto: «Vorrei essere l’ultimo presidente del Consiglio che si trova su questi banchi a chiedere la fiducia» . Infine, la massima assunzione di responsabilità: «Se questa sfida la perderemo, la colpa sarà mia».

 

 

 

 

Fonte: Corriere.it

Loading