La Giornata internazionale contro la Violenza sulle Donne all’Università di Salerno

“Memoria, storia e diritti: identità culturali” il convegno, organizzato dal “Gruppo Memoria” dell’Università di Salerno e dall’Associazione Donne Europee, che si tenuto questa mattina nell’Ateneo salernitano. Si è indagato e discusso sulla violenza sulle donne, abbracciando anche le violenze di genere, tanti i riferimenti culturali tra libri, film e citazioni varie. Numerosi gli studenti intervenuti al convegno, tra cui anche il Liceo Alfano I di Salerno.

Dopo l’introduzione della professoressa Giuseppina Cersosimo, si entra nella semantica storica con il direttore del Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione, Annibale D’Elia che va ad esplorare le origini del termine “femminicidio” che risale al 1801. La prima attestazione indica un uso generico del termine. Nel 1982 c’è un cambio di rotta con Diana Russell che definisce il “femminicidio” come “l’uccisione di donne perché donne”. E nel 1990 sono Jane Caputi e Diana Russel a dare una definizione moderna del termine. In Italia è Barbara Spinelli ad indagare sulla questione, pubblicando il libro “Femminicidio. Dalla denuncia sociale al riconoscimento giuridico internazionale”. Mentre il Direttore del Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Mario Capunzo pone l’accento su tutte le forme di violenza, non solo sulle donne, ma anche sui minori, sugli anziani, oltre alle forme di stalking e mobbing, che hanno un retaggio storico e fa appello ad una cultura della non violenza.

Il professore Francesco Lucrezi (Gruppo Memoria UniSa) sostiene fermamente che occorre “abbattere i santuari di omertà e silenzio”, e pone l’attenzione sulla dicotomia violento/ buono facendo riferimento al film di Visconti “Rocco e i suoi fratelli”. Il Delegato del Rettore alla Cultura, Luca Cerchiai focalizza invece il suo intervento sulla “paura delle donne”  che ha il genere maschile e sulla famiglia, luogo di riproduzione sociale arcaica e potenzialmente di conflitti per la negoziazione dei ruoli di uomini e donne. Si passa poi ad una carrellata di figure femminili straordinarie che spaventano gli uomini: Elena di Troia, che nell’Odissea ritorna a essere regina e può prendere voce davanti agli uomini, la maga Circe che vive sola e rifiuta il rapporto con gli uomini e con Ulisse è addomesticata, la sorella Medea che uccide i figli, come segno di rifiuto. Altro esempio è Antonia Giuditta Spagnolini ventenne bruciata sul rogo perché troppo bella e diventata oggetto di sospetto e di chiacchere, perché ritenuta strega e perché inizia una relazione con uno straniero. Infine, la piccola protagonista di “Buddha collapsed out of shame” di Hana Makhmalbaf, che deve sottostare ai giochi violenti di un gruppo di bambini che fingono prima di essere talebani e poi soldati americani, costringendola al ruolo di vittima. Il professore Cerchiai invita quindi a lavorare sul lato oscuro e debole che c’è in ogni individuo attraverso la cultura e gli strumenti di identità politica.

Mentre, la Presidente DEA (Donne Europee Associate), Francesca Girardi pone l’attenzione sulla prevenzione, sui dibattiti, sulla conoscenza per quanto riguarda la violenza sulle donne, ed introduce il Presidente Sez. GIP del Tribunale di Salerno, Bruno De Filippis che sottolinea come il termine “femminicidio” diminuisce l’immagine della donna, in quanto femmina è meno di donna. Due gli esempi emblematici: “Anna Karerina” in cui si punisce l’adultera togliendole i figli e “La lettera scarlatta” in cui è la comunità che condanna. La prima legge che va incontro alle donne è quella sul divorzio che sdogana l’epoca patriarcale e dispotica e successivamente la legge sulla violenza domestica del 2001 e seguenti perfezionamenti. De Filippis fa riferimento inoltre all’articolo 570 del codice penale che indica violazione degli obblighi di assistenza familiare, all’articolo 572 sul reato dei maltrattamenti in famiglia, non solo fisici, ma anche mentali e al 612 bis che concerne il reato di stalking in cui si punta in primis ad isolare la vittima. Infine, il presidente sottolinea come le denunce per violenze familiare, che per lo più sono perpetuate da insospettabili, sono nettamente aumentate  perché c’è una maggior consapevolezza.

La Delegata del Rettore alle Pari Opportunità e Direttrice OGEPO, Maria Rosaria Pelizzari analizza in una prospettiva storica il ruolo degli uomini e delle donne e la violenza contro quest’ultime, dall’età contadina alla rivoluzione industriale, fino al diritto al voto e alle ribellioni del 1968.Inoltre, si sofferma sul fatto che è la mentalità che appartiene al subconscio, a sviluppare pregiudizi. Infine, il Presidente Sezione Penale della Corte di Appello di Salerno, Claudio Tringali sottolinea che il desiderio e la paura sono intrecciati e che occorre cambiare mentalità. I maschi uccidono, aggrediscono quando è messo in discussione il loro status e hanno coscienza e volontà al voler danneggiare, colpire, uccidere il loro possesso. Esistono anche atti discriminatori verso determinate categorie, presentandosi in forme diverse, facendo riferimento anche al film “Il portiere di notte” di Liliana Cavani e ad Hannah Arendt e “La banalità del male”.

Giovanna Di Troia

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