Secondo un detto popolare “le vittorie hanno molti padri e le sconfitte sono orfane”. Che la Provincia di Avellino sia la più povera in Campania non è una novità. Se nel recente passato non si è riusciti a disciplinare neppure l’ordinario quotidiano, come si poteva pensare, con gli stessi criteri, di governare quella che è una piaga immane? A ciò si aggiunge la piaga più devastante: la “povertà sommersa”, ai più sconosciuta. Il punto nodale risiede nella difficile ed inadeguata “presa in carico”, da parte delle istituzioni pubbliche, del fenomeno della povertà economica. La mappa delle opportunità nazionali e locali per il sostegno alle famiglie in difficoltà è abbastanza consistente ed è molto variegata: si possono contare circa una trentina di istituzioni (tra pubbliche e private), senza prendere in considerazione quelle religiose. Insomma, un vero e proprio scenario di “confusione” (nel senso etimologico del termine), dove emergono tendenze contrapposte, con istituzioni ed associazioni di volontariato che camminano su binari paralleli, non comunicando fra loro. E poi gridiamo al FALSO CIECO. Gli interventi diversificati dei vari enti (locali e nazionali) il privato, il sociale e quello religioso: bisogna tutti ricondurli a un’unica REGIA COMUNE, mediante i cosiddetti protocolli d’intesa.

Con una crisi economica, così pesante, si pensa alla nomina di amministratori con nomi altisonanti… o chierichetti che hanno servito le messe o amici di….delle varie Misericordie, della Caritas, del Don Tonino Bello, delle ACLI, ecc. ecc., per avere tornaconti in termini politici o sindacali. Non si può pensare più, con la vecchia mentalità e la vecchia logica, di assistere ancora alla raccolta alimentare davanti ai supermercati. Bisogna avere idee manageriali, (senza che queste vengano pagate!) creando delle filiere. Ed in questa Provincia, seppur tormentata dalla povertà dilagante e/o sommersa, si possono trovare, e ci sono molte potenzialità. Manca l’indispensabile e doveroso confronto. Un semplice cittadino può avere l’idea “GIUSTA”. Io un’idea c’è l’ho. Ma non so se sia quella giusta. Ognuno dei condottieri di associazioni e/o di istituzioni elencate sopra, pensa di essere stato nominato “per grazia di Dio e per volontà della Nazione”, e pensa di essere titolare del “VERBO”. Che dobbiamo aspettare, che nascano nuovi ROBIN HOOD?.

Per finire, vorrei citare l’art. 21 della Regola dei “Carmelitani Scalzi” : “….Si eviti, tuttavia di parlare troppo; perché come sta scritto e come non meno insegna l’esperienza, nel parlare troppo non potrà mancare la colpa…Inoltre chi fa uso di molte parole danneggia la propria anima….”

La Dama Rosa

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