Negli ultimi anni sono sensibilmente diminuiti i fumatori, ma le “bionde” continuano ad attirare anche i giovanissimi

Il bilancio del Ministero della Salute,  in occasione del decennale dall’entrata in vigore della legge Sirchia che ha sancito lo stop al fumo nei luoghi pubblici, è lusinghiero: sono diminuiti i fumatori, sebbene le “bionde” continuino ad attirare soprattutto i giovanissimi, anche in tenera età, vale a dire ad 11 o 12 anni. Tra gli effetti positivi di questo decremento nel numero complessivo dei fumatori c’è anche la diminuzione di infarti e ricoveri.
Diminuzione del 18% della prevalenza dei fumatori (dal 23,8% del 2003 al 19,5% del 2014 secondo i dati Istat), riduzione dei ricoveri per infarto del 5% ogni anno e diminuzione del 25% delle vendite dei prodotti del tabacco: sono infatti questi i dati, incoraggianti, diffusi dal ministero. I risultati positivi ottenuti dall’entrata in vigore della Legge 3/2003, sottolinea il dicastero, ”sono stati resi possibili anche per l’ottima accettazione della legge da parte degli italiani (il 95% la ritiene utile e il 90% pensa che sia rispettata) e per l’azione di supporto alla sua applicazione e di monitoraggio svolta dal Ministero e dal Corpo dei Carabinieri per la Salute”. Ad oggi i Nas hanno compiuto oltre 35.800 controlli in tutta Italia, presso diverse tipologie di locali, e solo il 5,8% di tali ispezioni ha portato a contestare un’infrazione; di queste solo il 2% sono state relative a presenza di persone che fumavano dove non consentito, mentre il 3,8% ha riguardato la mancata o non corretta apposizione dei cartelli di divieto. Tuttavia molti Paesi hanno fatto più e meglio del nostro e nella classifica dei paesi più impegnati nella lotta al tabagismo siamo scesi dall’ottavo posto nel 2007 al quindicesimo nel 2013. L’Organizzazione Mondiale della Sanità nell’ambito del Piano d’azione globale per la prevenzione della Malattie croniche, ha fissato l’obiettivo della riduzione di un ulteriore 30% della prevalenza dei fumatori entro il 2025: per raggiungerlo l’Italia dovrà impegnarsi di più, sottolinea il Ministero, spiegando che “e’ stata ampliata la tutela dei giovani attraverso la legge che ha vietato il fumo anche negli spazi esterni degli istituti scolastici e l’innalzamento ai minori di 18 anni del divieto di vendita dei prodotti del tabacco, ma c’e’ bisogno di una maggiore consapevolezza dei danni del fumo e di un’azione più incisiva e coordinata da parte di tutti gli attori coinvolti, come, ad esempio, il Ministero dello Sviluppo Economico e quello dell’Economia”. Seguendo le indicazioni della Convenzione OMS per il Controllo del Tabacco (approvata nel 2005 e diventata legge in Italia nel 2008), potrebbe, ad esempio, essere perseguito un aumento costante dei prezzi delle sigarette ed essere consentita la destinazione diretta di una piccola parte delle tasse sul tabacco ad azioni di prevenzione. (ANSA).

 

 

 

 

 

Da Ansa.it

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