Roma, Piazza del Popolo gremita per Salvini che va alla conquista dell’elettorato di Centrodestra

Un “vaffa” a Matteo Renzi, uno ad Angelino Alfano, uno all’ex ministro Elsa Fornero ed un grande striscione con la scritta “Berlusconi politicamente morto, meglio soli”. E’ il giorno della grande manifestazione della Lega Nord a Roma (“Renzi a casa”) e della sfida di Matteo Salvini al premier definito “servo sciocco di Bruxelles”. Il segretario del Carroccio è galvanizzato dalle immagini di piazza del Popolo gremita e con centinaia di bandiere leghiste, una prova di forza muscolare che lo proietta alla conquista del centrodestra. Ad accoglierlo non ci sono solo militanti della Lega, giunti a Roma con i pullman organizzati dal partito, ma anche simpatizzanti arrivati dal Centro e dal Sud Italia. A loro sembra rivolto il mega striscione che campeggia in alto sulla piazza: “Berlusconi politicamente morto”. Insomma, una sorta di Opa sul centrodestra. La riprova è l’annuncio che la Lega alle regionali è pronta ad andare da sola, con candidati propri: “Se FI ci sta, è benvenuta. Se guarda ad Alfano e al ministro dell’invasione clandestina, per noi non si può fare niente”. Salvini parla mezz’ora e tocca tutti i temi forti da comizio: l’aliquota unica del 15% per il fisco; il no alla guerra in Libia; lo stop all’embargo contro la Russia. Calca la mano su politiche per la sicurezza e lotta alla immigrazione. Riceve l’ovazione della folla, nella quale sono presenti molti esponenti di destra e dell’estrema destra. E’ questa la novità politica della manifestazione romana: il segretario del Carroccio “apre” alla partecipazione di Casapound (un esponente parla dal palco) e di gruppi di estrema destra come i francesi del “Bloc Identitaire” e i tedeschi di “Pegida” (questi ultimi conosciuti in Germania per le marce anti-Islam). Una presenza che crea perplessità anche tra gli stessi leghisti (Bossi appoggia Salvini ma sottolinea che lui non avrebbe mai fatto accordi con CasaPound). Perplessità, in ogni caso, “zittite” dal successo della manifestazione. “Non chiedo la carta d’identità a chi partecipa”, ripete Salvini. E dal palco Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, sottolinea che “quella di oggi è una manifestazione di tutte le opposizioni al governo Renzi che sarà replicata il 7 marzo a Venezia”. Quanto al centrodestra – chiosa la Meloni – “sarebbero opportune le primarie”.

Per Salvini, le polemiche su destra e alleanze servono solo a distogliere l’attenzione. “Perché se nomino Renzi dite subito ‘vaffanculo’?”, chiede. E al coro che parte immediato (“Renzi,Renzi vaffa…”) risponde ironico: “Non fate così, altrimenti si offende e mette una tassa sul vaffanculo al 3%”. Poi entra nel merito: “Renzi è uno strumento di sinistra a disposizione di chi vuole annientare l’economia dell’Italia. E’ una pedina, il servo sciocco a disposizione di Bruxelles”. Quella di oggi, insomma, è sfida aperta al premier. “Lui – incalza Salvini – ha scelto Confindustria, Autostrade, Marchionne, le società di gioco d’azzardo e Equitalia”. “Noi” preferiamo “l’Italia dei piccoli, dei medi, degli artigiani, degli imprenditori”. E’ da Roma che “parte la sfida per conquistare il Paese”. Un “vaffa” se lo becca anche l’ex ministro Elsa Fornero. “Prendo con voi un impegno: cancelleremo la legge Fornero e vaffanculo a lei e chi l’ha portata al governo”, urla Salvini dal palco dove è presente un gruppo di “esodati”. Un altro “vaffa” è per il ministro Alfano, ripreso ancora dalla folla. Salvini quasi si giustifica. “Dicono che siamo rozzi ma siamo fatti così”. Questa piazza, però, “la lasceremo più pulita di quelle ‘zecche’ che non dicono parolacce ma spaccano vetrine”, chiosa riferendosi alla contromanifestazione della sinistra.

 

 

 

 

Da Ansa.it

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