Prefabbricati del Rione Valle: covo di dannati nel monumento all’ignavia

 

Nel  Rione Valle, oltre ai topi, cani e gatti randagi, rifiuti riciclati (e utilizzati come suppellettili), si aggirano, guarda un pò, anche coraggiosi  umani. Ed ora che siamo ormai vicini alla scadenza elettorale per l’ambìta poltrona di sindaco di Avellino, cominciano a fare capolino anche gli “sciacalli”: gruppi spontanei di facebook, aspiranti sindaci o consiglieri, giovani sbarbatelli e galoppini d’assalto. Arrivano con il loro carico di promesse, che sanno bene che non potranno o sapranno mantenere. Insomma i soliti tristi e desolanti bla, bla, bla. Purtroppo, in questa città manca  l’unica politica veramente degna di questo nome, quella del fare.

Racconta chi ci abita  (e vive la triste realtà quotidiana) che la sera le luci sono  fioche nelle case. Non si capisce bene se sia una questione di energia elettrica. Sta di fatto che anche l”illuminazione pubblica è praticamente zero. Per converso, anche i fumi da riscaldamento (pure nelle giornate più fredde e umide) risultano: zero. Però un dato positivo c’è, bisogna riconoscerlo: il pattugliamento assiduo delle forze dell’ordine. Chissà perchè ci vengono in mente i celeberrimi ed immortali versi del Capolavoro dantesco:

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Ah quanto a dir qual era è cosa dura,
esta selva selvaggia e aspra e forte,
che nel pensier rinnova la paura!
Tano è amara che poco è più morte;”

Insomma: “Lasciate ogni speranza, o voi ch’entrate!”.

I prefabbricati di Valle “riportano” l’inferno del Sommo sulla terra. Anche la loro ubicazione (sotto un ponte) restituiscono l’idea di una fossa di “dannati”, o se volete: “il buio degli umani”. E si’, perchè quei prefabbricati costituiscono un pò il “capro espiatorio” della crisi etica e morale, amministrativa e gestionale, ma anche dell’ indolenza spirituale, in una parola: ignavia dell’amministrazione cittadina negli ultimi anni.

Quest’accozzaglia di case di cartone (con un’intollerabile  fatiscenza strutturale non priva di pericolosissimo amianto) è lo specchio del più grave degrado sociale. Ma anche grosso problema di ordine pubblico: arruolamento della malavita, microcriminalità, extracomunitari non censiti, dispersione scolastica.

Se l’uomo è un essere sociale, chi si sottrae ai suoi doveri verso la società non è degno, secondo la riflessione dantesca, di alcuna considerazione” (Canto III dell’Inferno).

La Dama rosa

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