Saldi, ecco il decalogo per evitare “fregature”

Il periodo dei saldi è  praticamente già partito in tutta Italia. Ecco il decologo dei consigli elaborati dalle associazioni dei consumatori per evitare frodi:

1) – CONSERVARE SEMPRE LO SCONTRINO: non è vero che i capi in svendita non si possono cambiare. Il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. Se il cambio non è possibile, ad esempio perché il prodotto è finito, avete diritto alla restituzione dei soldi (non ad un buono). Si hanno due mesi di tempo, non 7 o 8 giorni, per denunciare il difetto.

2) – LE VENDITE DEVONO ESSERE REALMENTE DI FINE STAGIONE: la merce posta in vendita sotto la voce “Saldo” deve essere l’avanzo di quella della stagione che sta finendo e non fondi di magazzino. Stare alla larga da quei negozi che avevano gli scaffali semivuoti poco prima dei saldi e che poi si sono magicamente riempiti dei più svariati articoli. È improbabile, per non dire impossibile, che a fine stagione il negozio sia provvisto, per ogni tipo di prodotto, di tutte le taglie e colori.

3) – NEI GIORNI CHE PRECEDONO I SALDI È MEGLIO ANDARE NEI NEGOZI A CERCARE QUELLO CHE INTERESSA, SEGNANDONE IL PREZZO; si può così verificare l’effettività dello sconto praticato ed andare a colpo sicuro, evitando inutili code. Non fermarsi mai al primo negozio che propone sconti, ma confrontare i prezzi con quelli esposti in altri esercizi.

4) – VALUTARE LA BONTÀ DELL’ARTICOLO guardando l’etichetta che descrive la composizione del capo d’abbigliamento (le fibre naturali ad esempio costano di più delle sintetiche). Pagare un prezzo alto non significa comprare un prodotto di qualità. Diffidare dei marchi molto simili a quelli noti.

5) – DIFFIDARE DEGLI SCONTI SUPERIORI AL 50%, spesso nascondono merce non proprio nuova, o prezzi vecchi falsi (si gonfia il prezzo vecchio così da aumentare la percentuale di sconto ed invogliare maggiormente all’acquisto). Un commerciante, salvo nell’Alta moda, non può avere, infatti, ricarichi così alti e dovrebbe vendere sottocosto. Un buon prezzo di saldo si dovrebbe attestare attorno a un 40% di sconto, viene suggerito.

6) – SERVIRSI PREFERIBILMENTE NEI NEGOZI DI FIDUCIA o acquistare merce della quale si conosce già il prezzo o la qualità in modo da poter valutare liberamente e autonomamente la convenienza dell’acquisto.

7) – NEGOZI E VETRINE. Non acquistare nei negozi che non espongono il cartellino che indica il vecchio prezzo, quello nuovo ed il valore percentuale dello sconto applicato. Il prezzo deve essere inoltre esposto in modo chiaro e ben leggibile. Controllare che fra la merce in saldo non ce ne sia di nuova a prezzo pieno. La merce in saldo deve essere separata in modo chiaro dalla “nuova”. Diffidare delle vetrine coperte da manifesti che non vi consentono di vedere la merce.

8) – PROVA DEI CAPI: NON C’È L’OBBLIGO. È rimesso alla discrezionalità del negoziante.

9) – NEI NEGOZI CHE ESPONGONO IN VETRINA L’ADESIVO DELLA CARTA DI CREDITO O DEL BANCOMAT, il commerciante è obbligato ad accettare queste forme di pagamento anche per i saldi, senza oneri aggiuntivi. I commercianti hanno l’obbligo dal giugno 2014 di accettare, per cifre superiori a 30 euro il pagamento con carte di credito o bancomat, tramite POS;

10) – Se pensate di avere preso una fregatura rivolgetevi alle associazioni dei consumatori, oppure chiamate i Vigili urbani.

 

 

 

 

 

Da Ansa.it

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