Un solo punto nelle ultime due gare, ma la classifica dei Lupi rimane soddisfacente: sarebbe fuori luogo criticare Novellino

I Lupi di mister Novellino hanno raccolto un solo punto nei due ravvicinati, impegni contro il Cesena ed il Venezia. La sconfitta rimediata in Romagna è stata figlia di tre diverse concause: l’approccio sbagliato, gli errori difensivi e la sfortuna degli attaccanti. Per certi versi, la sfida agli uomini di Camplone risulta irripetibile, per la serie di episodi negativi (e di diversa natura) che si sono “accaniti” contro i Lupi. E forse proprio per queste ragioni è giusto mandarla in archivio senza bisogno di discuterne oltre.

Passando ad analizzare quanto visto lunedi sera nella sfida dei Lupi ai Lagunari, ci viene automatico fare un parallelo con il vittorioso match disputato dai Biancoverdi nella precedente partita casalinga contro il Foggia. Come avvenuto contro i Dauni, anche nella partita con il Venezia, votato quasi completamente alla fase di non possesso, l’Avellino ha certamente comandato il gioco, ancorchè non abbia incidere come, viceversa, aveva fatto contro il Foggia di Stroppa.

Le due diverse gare casalinghe giocate dai Lupi, con i conseguenti diversi risultati, trovano una chiave di lettura nelle filosofie calcistiche opposte di Stroppa e Pippo Inzaghi: il primo predilige la proposizione, il secondo si affida alla grande tenuta difensiva. Ma è anche chiaro che, se contro il Venezia i ragazzi di Novellino non sono stati incisivi, non può essere solo e soltanto colpa del cosiddetto “catenaccio” dei Lagunari. Novellino ci ha messo un tempo a rendersi conto che Pecorini non è certamente Laverone e che Bidaoui, era un pò giù di tono e comunque veniva sempre raddoppiato, e che Castaldo non può fare la prima punta centrale. La formazione schierata da Monzon nell’ultima mezzora del match contro gli Arancioneroverdi ha dimostrato una maggiore forza penetrativa. Ma questo, purtroppo, come avviene spesso nel calcio, è il senno del poi.

Capitolo Novellino. Se la piazza comincia, sia pure timidamente, a discutere il tecnico di Montemarano è semplicemente perchè Avellino non fa eccezione rispetto al resto dell’Italia: lo sport nazionale maggiormente praticato sull’italico suolo è certamente quello della critica all’allenatore della propria squadra. Si sa, nel nostro paese, ci sono circa 60 milioni di commissari tecnici, ed ogni tifoso deve dire la propria, che, il più delle volte, è una critica al mister di turno se la squadra del cuore non ha conseguito il risultato auspicato. Nel caso di Novellino, ci sembra del tutto fuori luogo, muovergli critiche specifiche, anche perchè, a nostro avviso, mister Monzon non ha mai commesso errori imperdonabili, o errate valutazioni inziali alle quali non abbia saputo porre rimedio nel corso della singola gara.

Ricordato che se ad Avellino sono arrivati, sia a gennaio che ad agosto calciatori di un certo spessore tecnico (vedi, ad esempio, Morosini) è stato certamente per la presenza sulla panca biancoverde di mister Novellino, c’è da stare certi che il tecnico di Montemarano è talmente esperto e conoscitore di calcio come nessun altro, almeno ad Avellino e provincia, che riuscirà a trovare prima o poi il bandolo della matassa, per poter riproporre anche nel primo tempo una squadra volitiva e valorosa come quella ammirata contro il Foggia.

Intanto, riteniamo che i tifosi biancoverdi debbano tenersi stretti questi sette punti conquistati dall’Avellino nelle prime cinque giornate di campionato, che francamente non ci sembrano un pessimo bottino. Basti dare un’occhiata alla classifica attuale per rendersi conto che i Lupi risultano perfettamente in linea con quanto auspicato quasi da tutti quelli che hanno a cuore le sorti della squadra irpina, in primis dagli stessi esponenti della società di Piazza Libertà, che, almeno finora, non hanno alcun motivo, sia di tecnico, sia di classifica, per ritenere insoddisfacente il lavoro di Novellino.

 

 

 

 

 

 

 

Foto LaPresse

 

 

Loading