“Incapaci di difendere i lavoratori nell’economia globale, ci sono segretari che “scommettono 5 € sul fallimento delle aziende”….. E vogliono vincere a tutti i costi sulla pelle dei lavoratori!
Altieri, Scarpa e Guida, sindacalisti obsoleti “degli anni 70”, si approfittano dei bisogni umani per qualche tessera sindacale. E per qualche tessera in più creano le condizioni per 63 nuovi disoccupati.
Alla luce di tutto questo, come imprenditrice e cittadina italiana, sono veramente preoccupata, oltre che disgustata…..perché ciò dimostra che in provincia di Avellino è complicato “fare industria” con un sindacato che non aiuta in una fase così difficile a creare le condizioni per lottare insieme e difendere azienda e posti di lavoro.
Non potendo utilizzare i classici ammortizzatori sociali: CIGO, CIGS e Contratto di Solidarietà, a cui ho dato fin dall’inizio massima disponibilità per evitare la mobilità, l’azienda vorrebbe utilizzare la mobilità non come anticamera del licenziamento ma come se fosse un “ammortizzatore sociale”. Obbligati dagli eventi abbiamo chiesto a tutti di condividere il nostro Piano Industriale, perché crediamo realmente nella possibilità di rilancio. Ragion per cui chiediamo ai dipendenti, alle parti sociali e alle Istituzioni il supporto necessario perché riteniamo che esistano i presupposti per un inizio di rilancio, che possa fare da traino per recuperare tutti i posti di lavoro attualmente in esubero.
E lanciamo quindi un appello a tutte le persone sensibili all’idea che si possa operare insieme proprio in un momento critico.
Siamo convinti che all’interno del mondo sindacale c’è ancora una parte sensibile alla possibilità che l’azienda possa lottare per conservare i posti di lavoro e questo ci dà il coraggio necessario per continuare ad investire ad AV nonostante l’idea malsana dello sciopero, nonostante gli intralci, i tentativi di ricatto e i boicottaggi continui di Uilm, Fiom e Fim Cisl che si accaniscono contro un’azienda in difficoltà con l’obiettivo di distruggere (abbiamo anche ascoltato dichiarazioni farneticanti quali “tutti dentro o tutti fuori”) e di fatto stanno propendendo per il “tutti fuori”. Il massimalismo di qualcuno che continua ad insistere irresponsabilmente con il “tutti dentro” sta spingendo l’azienda verso il “tutti fuori”, perché in questa fase di transizione non è in grado di assorbire tutti i lavoratori. Ma l’azienda responsabilmente vuole scommettere sulla possibilità finale che i lavoratori possano difendere a “denti stretti” i loro posti di lavoro contro sindacalisti “che hanno fatto il loro tempo” e non sono adatti a dare un aiuto concreto alle aziende e ai lavoratori in una fase così difficile, una fase in cui fare squadra è fondamentale per salvaguardare i lavoratori, le loro famiglie e il futuro dei loro figli. Esattamente come nel calcio, sfido chiunque a trovare una squadra di calcio che vinca se i singoli giocatori “non si passano la palla tra loro”. Anche l’azienda è una squadra: proprietà, amministratore, dipendenti, parti sociali, confindustria, istituzioni. Ma tutti, proprio tutti, devono giocare insieme e fare squadra per vincere.
Nonostante tutte le offese gratuite personali, le calunnie a mezzo stampa, le falsità, le denunce, lo stalking di alcuni dipendenti ed ex dipendenti, l’azienda va avanti perché al di là di tutte le sigle sindacali, l’Amministratore di una azienda non dà peso a tutte queste angherie perché ha un’unica meta: quella di salvaguardare l’azienda e di conseguenza i posti di lavoro e continuare con il rilancio della stessa. Motivo per cui non può e non deve rimanere inerme di fronte a chi ha capito che si tratta di una situazione drammatica ma transitoria, come Zaolino di Fismic, che offre responsabilmente e con equilibrio, il suo aiuto nel concludere un accordo che preveda un sostegno economico per alcuni lavoratori in attesa del loro rientro. E questi lavoratori devono momentaneamente avere il coraggio di mettere da parte il proprio orgoglio personale nell’esclusivo vantaggio per se stessi e per tutti gli altri lavoratori.
Mercoledì a Napoli affideremo alla Regione Campania le ultime speranze di rilancio all’incontro previsto insieme a Confindustria Avellino e a quella parte sana del sindacato che ha in animo di difendere fabbrica e maestranze”.
Questa è la settimana più difficile di IS&M ed è l’ultima occasione per superare la sfida di non farla chiudere e di difenderla contro un sindacato barricadero che non ha capito che ci sono commesse in arrivo, prezzi in rialzo. Non ha capito che tra una barricata e l’altra, in questi mesi l’azienda è andata avanti e forse a Napoli ha la possibilità con alcuni aggiustamenti di valutare insieme a Confindustria, Regione Campania e Fismic di ridurre il numero degli esuberi.
Nonostante una parte del sindacato fermo agli anni 70 con lo sguardo rivolto esclusivamente al passato, l’azienda è andata avanti e continuerà ad andare avanti; l’azienda vede prospettive per se stessa e per tutti i lavoratori che credono nel proprio posto di lavoro e che vogliono mantenerlo stretto per tornare a guardare al futuro.
E sono sicura che ognuno di loro deciderà guardando avanti e ascoltando soltanto la propria coscienza”. Lo afferma in una nota l’Amministratore Unico della IS&M SRL, Lucia Andaloro.

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