“Vietato calpestare i sogni”: la mostra di Cecilia Luci dal 24 giugno presso AXRT Contemporary Gallery

Giovedi 24 giugno alle ore 19, presso l’AXRT Contemporary Gallery di Via Mancini ad Avellino, vernissage della mostra personale dell’artista Cecilia Luci: “Vietato calpestre i sogni”, a cura di Stefano Taccone.

“…Ogni sua opera, in altre parole, è innanzi tutto paziente, delicatissima, cadenzata scrittura di una personale storia interiore, sia essa radicalmente aniconica o improntata all’evocazione di elementi figurativi, benché assai stilizzati – teste, monti, un pesce, un albero… -, quando non di figure geometriche passate al vaglio del biomorfismo. Essa slitta tuttavia, in un secondo tempo, su di un piano ulteriore: allora lo spettatore, pur impossibilitato a conoscere l’insondabile profondità dalla quale certe epifanie provengono, è capace, in virtù della sua sensibilità e, più specificamente, del bagaglio di immaginario che scopre di possedere in comune con l’artista – in quanto appartenente alla medesima sfera culturale o persino in quanto semplicemente appartenente al genere umano -, di (com)prendere ciò che si sta comunicando visivamente pur senza essere in grado necessariamente di restituirlo attraverso il linguaggio verbale…”

Non deve sfuggire infine l’importanza simbolica che riveste l’uso di quest’ultima tecnica tradizionalmente connessa all’identità femminile, scelta che peraltro la immette idealmente in quella che ormai può essere considerata una ulteriore tradizione – “una tradizione del nuovo”, parafrasando Harold Rosenberg -, giacché fin dal secolo scorso non poche artiste recuperano il ricamo in questa chiave – si pensi, per rimanere in Italia e formulare l’esempio di un caso non episodico ed ormai storicamente canonizzato, a Maria Lai. Il principio del ricamo, con il silenzio e la lentezza compassata che pervadono inevitabilmente tale pratica, con la estrema cura che essa richiede, con il suo inevitabile lambire, quando non rappresentare, una peculiare attività dello spirito, oltre che della mano, sembra in definitiva ricapitolare, se non proprio tutta la poetica di Cecilia Luci, l’ispirazione generale del progetto in mostra. Parlando di delicatezza e impalpabilità che non significano però debolezza ed inconsistenza, l’artista pare allertarci sul fatto che ciò che più conta nella nostra vita è anche ciò che più è fragile e in quanto tale va amorevolmente curato e fermamente difeso come i fiori di un campo. Ecco perché è severamente «vietato calpestare i sogni»!

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