Petrolio in Irpinia? No, grazie…

Ormai non ci sono più dubbi. Il tema dominante del dibattito politico amministrativo, in Alta Irpinia, Ufita e Baronia è quello legato al petrolio e alla richiesta della Italmin di andare avanti con le trivellazioni per la ricerca prima ed estrazione, successivamente, del cosiddetto oro nero.
Trivellazioni in Irpinia, braccio di ferro tra territorio e imprese. Da una lato la tutela dell’ambiente e della qualità della vita, dall’altro gli interessi dei ‘signori del petrolio’ con le promesse  di sviluppo e occupazione che rischiano di restare un miraggio. Il caso ‘Val D’Agri’, in Basilicata, ne è l’esempio lampante. La ricerca riguarda 698,50 km quadrati che comprendono 47 comuni, di cui 46 dell’avellinese e uno nel beneventano. Un’area di riconosciuto pregio paesaggistico-ambientale,  di eccellenza nel settore enogastronomico e dalle peculiari caratteristiche idrogeologiche e sismiche in grado di originare sismi di elevata magnitudo. Rifacendoci ad un convegno tenutosi a Viggiano, comune della Val D’Agri, i convenuti evidenziarono che, sul piano dei rischi rispetto al ritorno economico e allo sviluppo dei territori, il gioco non vale la candela. Le relazioni dei tecnici piu’ volte  hanno, infatti, ampiamente dimostrato che le trivellazioni, qualora si realizzassero, comporteranno danni enormi ad un territorio già fortemente danneggiato. Non va dimenticato  che l’Irpinia è stata epicentro di un terremoto di vastissima portata che ha modificato in parte il sottosuolo e che le operazioni di trivellamento possono dare luogo a frane o a conseguenze anche peggiori.
Inquinamento delle falde acquifere, modifica delle rotte della fauna, rumorosità, emissioni maleodoranti e, non ultima, impropria luminosità da «fiammelle permanenti», è stato sottolineato, a più riprese , sono gli aspetti più evidenti di un possibile disastro ambientale che andrebbe a consumarsi in zone peraltro protette e di una bellezza ineguagliabile.
I sindaci hanno, dunque, chiesto coerenza e difesa degli obiettivi che l’Irpinia si è data: il futuro è una grande industria ambientale dove il turismo dovrà avere la parte principale. Il tutto in linea con le linee programmatiche della Regione Campania: sviluppo sostenibile, difesa del territorio, della vita e delle future generazioni.  Il petrolio in Irpinia significherebbe stravolgere gli equilibri ambientali, mettere a repentaglio l’eco sistema delle acque e delle culture di qualità, portare deserto dove c’è vita nel nome di interessi alti ed insensibili che finirebbero per distruggere quanto di bello la natura ci ha regalato.

 Comitati, Sindaci, Amministrazioni e cittadini non ci stanno e tante iniziative sono in essere per informare e far capire che il tutto non dovrebbe avere grandi ricadute economiche, sociali ed occupazionali sul territorio.

Francesco Aufiero

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