Politiche 2022: intervista a Mario Vanni, Sindaco di Altavilla Irpina. Critiche severe al candidato PD Maurizio Petracca

Sulla pagina Facebook di “Liberi per Altavilla”, è riportata un’interessantissima intervista al dott. Mario Vanni, Sindaco di Altavilla Irpina. Il Primo Cittadino del Paese dello Zolfo non le manda certo a dire, e prende una posizione netta ed inequivocabile, pur non nominandolo mai, contro il candidato del Pd alle prossime elezioni politiche del 25 settembre, nell’Uninominale di Avellino, Maurizio Petracca. Il Sindaco altavillese ha esternato tutta la propria delusione per l’operato politico del candidato Pd, che da amministratore regionale, non ha saputo curare gli interessi del territorio irpino.

Ecco l’intervista completa:

Come si presenta questo momento elettorale agli occhi di un amministratore comunale?

“Improvvisato e privo di contenuti. Io credo che la provincia di Avellino non è chiamata ad una scelta di campo: destra o sinistra. A mio avviso, soprattutto, quello dell’uninominale alla Camera dei Deputati non è un voto politico ma la scelta di un rappresentante. Per me, gli elettori hanno l’occasione di giudicare gli uomini ed i partiti che amministrano. Se dovesse vincere il PD vuol dire che i cittadini della provincia di Avellino si sentono soddisfatti dei contributi erogati per le aziende agricole, comunque dovuti anche se le vere esigenze degli agricoltori irpini non sono mai state rappresentate in maniera seria in Regione Campania”.

C’è di mezzo il biodigestore di Chianche?

“Anche. Se oggi la Regione Campania va avanti con la realizzazione di un’opera voluta in un’area assolutamente inadeguata e con tante ombre è solo grazie ad un metodo poco democratico ed incapace di ascoltare il territorio. È un atteggiamento prepotente oltre che fuori dalle regole e dalla logica. Su questo come su altri temi abbiamo testato la reale inconsistenza di chi ha toppa ambizione e poca umiltà.I tempi in cui bastava una partita a tressette con De Mita per vincere una campagna elettorale li vedo lontani, penso che questo voto sia anche un giudizio sull’operato svolto.D’altra parte se la volontà è realmente quella di rappresentare il territorio perché non impegnarsi seriamente sul livello regionale dove si amministrano risorse ed opportunità. Un politico lo si giudica per l’impegno, la serietà, la coerenza e, perché no, per la riconoscenza verso chi lo ha inventato. Io purtroppo la vedo così d’altra parte se avessi voluto seguire la mia convenienza avrei dovuto abbandonare De Mita e il suo progetto popolare come hanno fatto in molti. Ma io ho avuto sempre un gran rispetto per uno dei maggiori interpreti di una grande storia che non poteva e non può essere svenduta per un piatto di lenticchie”.

Qual è l’la ragione del voto?

“Un amministratore se sceglie chi ha dato prova di non avere capacità di interpretare i bisogni del territorio, tradisce i suoi elettori perché fa una scelta di convenienza personale non certo una valutazione di utilità generale”.

Un giudizio sui candidati in corsa?

“Ho come l’impressione che la conquista di un seggio per qualcuno sia più funzionale agli interessi propri che a quelli generali della provincia di Avellino. Non possiamo negare che è anche grazie al PD se l’irpinia è diventata l’ultima ruota del carro di una regione del sud. Carlo Levi in “Cristo si è fermato ad Eboli” segnava un limite quando Avellino era capitale d’Italia della politica, non è facile ora adattarsi al ruolo di provincia di Salerno”.

Colpa del PD?

“Evidentemente una spiegazione ci sarà. d’altronde io non vedo come chi non ha brillato nel rappresentarci in un contesto regionale di maggioranza possa farlo all’opposizione con chi come Letta ha ripetuto l’errore di Veltroni”.

In che senso?

“Nel senso che il segretario nazionale del PD ha scelto di perdere, quando invece avrebbe potuto tentare il campo largo (ulivo) che fece vincere Prodi contro Berlusconi. In linea con la grande lezione degasperiana che favoriva le alleanze ed il buon governo”.

L’unico popolare che non è passato col PD?

“Io mi sento un popolare libero. Quella del PD non la vedo una scelta saggia e coerente, ma una scelta precipitosa e di circostanza. Lasciare liberi gli elettori di esprimere un voto secondo coscienza quella si che sarebbe stata una valutazione ponderata. Ognuno può fare quello che gli pare o quello che gli conviene ma trovo scorretto quando si usa il nome di chi non c’è più. Io, ad esempio, preferisco restare libero come sempre di non cedere alle false lusinghe. Ci vuole entusiasmo anche in politica ed io non ne ho. Poiché non esistono, al momento, convincenti riferimenti politici, per questo il mio voto va con maggiore determinazione nell’interesse del territorio che amministro ormai da otto anni puntando su riferimenti in grado di mantenere gli impegni che assumono nell’ auspicio che la terra di De Sanctis possa recuperare la sua dignità non dico il prestigio che col presidente De Mita ha conosciuto”.

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