Da oggi è in vigore il Jobs Act – Poletti: “Se nel 2015 si producessero 150mila posti di lavoro in più, sarebbe un bel risultato”

I primi due decreti attuativi del Jobs act sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale e da oggi entrano in vigore. In particolare, allo scoccare del 7 marzo si potrà iniziare ad assumere con il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. La pubblicazione dà il via libera anche al riordino della normativa sugli ammortizzatori sociali con l’applicazione del nuovo sussidio di disoccupazione (Naspi) che entrerà in funzione da maggio.La tutela si estende quest’anno anche ai collaboratori. Poletti, convinto bontà scelte fatte – “Sono pronto a raccogliere la sfida” sugli effetti positivi del Jobs act, a partire dall’aumento dell’occupazione, “sono convinto della bontà delle scelte che abbiamo fatto”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ospite di SkyTg24. Il ministro ha escluso “l’idea che si licenzia e poi si riassume” con il contratto a tutele crescenti traendo beneficio dagli sgravi: “non è compatibile con la legge”, ha affermato. E ha anche ribadito che le nuove regole sui licenziamenti si applicano solo ai neo-assunti (per i vecchi assunti resta l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori). Poletti ha insistito sul “buon metodo” dimostrato dal governo con la riforma del lavoro, “dice che in Italia le cose si possono fare. Noi le cose le facciamo. Chiuderemo positivamente anche sulla corruzione e su tutto il resto”.

Il Jobs act potrà produrre fino a 150mila posti di lavoro in più nel 2015 e questo “sarebbe un bel risultato”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ospite di SkyTg24. “Nel secondo trimestre del 2015 i dati si vedranno” sull’occupazione, ha aggiunto il ministro, dopo che i primi due decreti attuativi (sul contratto a tutele crescenti e sulla nuova Aspi) sono stati firmati dal capo dello Stato.

Dall’addio all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori nelle neo-assunzioni (che beneficeranno degli sgravi triennali fissati dalla legge di stabilità) all’estensione di durata e platea dell’assegno di disoccupazione, ecco in sintesi le nuove regole.

Per i nuovi assunti il reintegro nel posto di lavoro resta solo in caso di licenziamento nullo o discriminatorio e nei casi di licenziamento disciplinare nel quale il giudice riconosca che il fatto materiale contestato “non sussista”. Negli altri casi ingiustificati e nei licenziamenti economici la tutela è rappresentata da un indennizzo economico “certo e crescente” con l’anzianità di servizio (due mensilità ogni anno di servizio con un minimo di 4 ed un massimo di 24 mensilità). Per le piccole imprese restano le regole attuali (l’indennizzo cresce di una mensilità per anno di servizio con un minimo di 2 ed un massimo di 6 mensilità).

Il regime dell’indennizzo monetario vale anche per i licenziamenti collettivi in caso di violazione delle procedure e dei criteri di scelta sui lavoratori da licenziare (da 4 a 24 mensilità).La nuova disciplina si applica anche ai sindacati ed ai partiti politici.

 

 

 

 

 

Da Ansa.it

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